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LETTERE

Con le cambiali «pubbliche» si potrebbe risollevare l’economia

Giovedì, 21 febbraio 2013

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Caro Direttore,
tra le tante ricette utili a risollevare l’economia del nostro Paese, mai alcuno ne ha indicata una che davvero abbia un costo relativamente basso per lo Stato ed un effetto sicuramente incentivante.

Non creda che abbia inventato qualcosa. Chi, come me, ha tanti anni sulle spalle, ricorda bene un’economia che, nel dopoguerra, girava velocemente, con alti tassi di crescita, grazie ad un mezzo di pagamento che è stato ucciso dal Fisco per eccessiva tassazione.

Tutti sanno che grazie alla cupidigia fiscale è stata uccisa la cambiale (portante promessa di pagamento, cosiddetta “pagherò”), con la conseguenza che il Fisco ora incassa poco nulla e l’economia è stata privata di un mezzo di pagamento che la storia ci dice essere stato molto efficace.

Non si dica che la cambiale è stata sostituita dalla ricevuta bancaria, perché la ricevuta non circola e tutto passa per le banche, che ne beneficiano in termini di controllo del cliente.
Invece che far attestare dagli enti pubblici i crediti per poi costringere i malcapitati e disperati creditori a recarsi in banca a chiedere prestiti, con un costo ulteriore ed attese infinite, si potrebbero autorizzare gli enti pubblici a fare un programma di pagamenti e cambializzarlo assicurando la garanzia statale in caso di insolvenza. Nel caso in cui l’ente non dovesse provvedere all’emissione delle cambiali, si dovrebbero sopprimere i divieti di esecuzione forzata, che sono davvero uno scandalo.

In questo modo, il valore nominale del debito pubblico non crescerebbe di colpo ed il problema che assilla le imprese creditrici sarebbe risolto, il prenditore potrebbe disporre di mezzi di pagamento che attualmente non ha. Ovviamente, nessuna imposta di bollo dovrebbe gravare sui siffatti pagherò.

Se poi si volesse far girare ancora di più l’economia, si potrebbe eliminare l’imposta di bollo sulle cambiali commerciali almeno per 5 anni; in tal modo, l’economia potrebbe avere una sicura ripresa che non credo possa essere trascurabile, perché quel che manca oggi sono i mezzi di pagamento.

Ovviamente, su dette ultime cambiali non ci sarebbe alcuna garanzia statale, ma potrebbe esserci un avallo dei consorzi fidi o altri organismi imprenditoriali a tal fine costituiti, che potrebbero dar maggiore fiducia ai prenditori. Naturalmente, le cambiali dovranno essere nominative e con obbligo di girata piena e con l’indicazione in ogni girata del codice fiscale del prenditore.


Salvatore D’Amora
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano

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