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Domenica, 6 luglio 2025

LETTERE

«Destinazione Italia» non risolverà il problema della mancanza di investimenti

Lunedì, 23 settembre 2013

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Gentile Redazione,
che tristezza!

Pur non essendo caratterialmente portato ad essere negativo o in generale pessimista, è questo il primo pensiero che ha fatto capolino nella mia testa nel momento in cui ho letto del progetto Destinazione Italia” (si veda “Fisco al centro del Piano «Destinazione Italia»” del 20 settembre), in quanto la considero l’ennesima boutade italiana, dove si pretende di risolvere situazioni difficili affrontandone altre.

È vero che c’è un problema di mancanza di investimenti esteri, perché la burocrazia italiana, anche per gli operatori che la conoscono, non è chiara e certa.

Se uno intraprende un’operazione di qualunque tipo in Italia che preveda l’interfacciarsi con lo Stato, che teoricamente opera a garanzia della società, non può sapere in anticipo quanto tempo e con che risultati la burocrazia risponderà.
Ma ecco la soluzione: lasciamo gli imprenditori e le imprese italiane rimaste in Italia a muoversi in queste sabbie mobili e creiamo un canale agevolato” per le imprese estere, facendo tabula rasa della burocrazia per loro e mettendo pochi e chiari paletti.

Ora, due considerazioni:
- molto probabilmente, se si riuscisse a creare un sistema burocratico trasparente, cosa di cui sono fortemente dubbioso, all’impresa italiana converrebbe trasferirsi all’estero e investire da lì;
- in secondo luogo, con l’andare del tempo, anche se il progetto funzionasse, la mala politica riuscirebbe a capire, alla lunga, che non può esistere una burocrazia di serie A per gli investimenti stranieri ed una di serie B per quelli italiani e giungerebbe alla mitica soluzione: burocrazia di serie A uguale a quella di serie B e saremmo di nuovo punto e a capo!

Bisognerebbe, a mio parere, partire dal rispetto delle regole già esistenti, chiedere che gli operatori del sistema aiutino a rendere snelli, utili, trasparenti, efficaci ed efficienti gli strumenti presenti, eliminare quelli che non servono e a scrivere in maniera chiara quelli nuovi, facendo in modo che nessuno successivamente li debba interpretare creando una certezza del diritto.
Utopia?


Stefano Begni
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Brescia

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