Niente sanzioni per gli errori sull’IMU
È quasi fatta. Oggi si chiude il calvario della seconda rata IMU 2013 e, se state leggendo queste righe di mattina, in realtà avete ancora qualche ora per controllare delibere, ricalcolare, generare l’F24 e consegnarlo al cliente.
Riepilogando, il 2 dicembre acconto IRPEF, il 10 dicembre acconto IRES ricalcolato, 16 dicembre seconda rata IMU e versamenti mensili ordinari, 27 dicembre acconto IVA.
Un vero fuoco di fila, ogni giorno un’imposta, un modello, un versamento.
Sull’IMU però si sono toccati livelli davvero aldilà di ogni immaginazione.
Al balletto di norme annunciate, smentite, attuate in parte, si somma la variabilità introdotta dagli enti locali. I Comuni hanno avuto tempo fino al 9 dicembre per pubblicare le delibere sul sito del MEF, vale a dire 7 giorni prima della scadenza, ma alcuni non hanno rispettato nemmeno quel termine.
Fra comuni di residenza o di svolgimento dell’attività, case di vacanza, terreni del paese del nonno, ogni studio ha dovuto consultare le delibere di centinaia di Comuni, migliaia di pagine con le condizioni più disparate.
Ad esempio, il Comune di Villanova d’Asti risulta aver pubblicato “l’ultima delibera” il 10 dicembre. Già, l’ultima delibera, perché per capire quanto si paga di IMU a Villanova d’Asti si devono analizzare quattro delibere, per un totale di 15 pagine (http://www.finanze.it/dipartimentopolitichefiscali/fiscalitalocale/imu2012/sceltaregione.htm).
Tra le disposizioni si legge che l’aliquota è “dello 0,96% per i fabbricati […] cat. da A/2 a A/7, posseduti oltre le prime due abitazioni (compresa l’abitazione principale) e fino alla decima; dell’1% per le unità immobiliari […] da A/2 a A/7 possedute oltre alla decima. È facoltà del contribuente […], di scegliere l’ordine dei fabbricati comportante la soluzione più vantaggiosa per il contribuente stesso”.
Capito? Se avete la fortuna di avere un cliente a Villanova con molte unità immobiliari, dovete metterle in fila, in ordine di rendita decrescente, in modo da far cascare gli immobili con rendita più alta nel barile con aliquota più bassa.
Poi se il facoltoso cliente di Villanova vive in un’abitazione principale di lusso, dovete calcolare la detrazione, che risulta maggiorata “di 50 euro per ciascun figlio di età non superiore a 26 anni purché dimorante abitualmente e residente anagraficamente nell’unità immobiliare”. Infine, se possiede un C/1, attenzione alla superficie, perchè l’aliquota dell’1% si applica anche agli immobili di categoria C/1, ma solo se hanno una consistenza superiore a mq. 250.
È evidente che in ambito fiscale abbiamo raggiunto livelli di complessità che sotto il profilo sociale e politico non sono più sostenibili (al di là dell’entità del prelievo, non si può ogni due giorni chiedere soldi per qualcosa), ma soprattutto non è più alla portata di nessuno adempiere con una ragionevole probabilità che l’importo calcolato sia corretto.
Tutto ciò rende il lavoro dei commercialisti insopportabile dal punto di vista dello stress, ma soprattutto intollerabile il rischio di commettere errori.
Già, perché fra qualche anno, quando arriveranno gli accertamenti nessuno si ricorderà del delirio di questi giorni. I clienti verranno in studio scuotendo la testa e pretenderanno che noi ci si faccia carico delle sanzioni.
Tutto ciò evidentemente non lo possiamo più accettare, ma nemmeno possiamo limitarci a “ragliare alla luna”.
Siamo professionisti, il nostro ruolo è, ontologicamente, quello di trovare soluzioni praticabili.
Dunque, a mio avviso, si dovrebbero fare almeno tre cose, prima di imbracciare anche noi il forcone.
Primo: portare la situazione a conoscenza dei nostri clienti in modo formale, inviando loro una lettera o una mail del seguente tenore: “Gentile cliente, i conteggi relativi all’IMU sono stati predisposti con la massima cura e attenzione, tuttavia il perdurante caos normativo e regolamentare non ci consente di assicurare che essi siano completamente esenti da errori. Pertanto non potremo essere chiamati a rispondere di eventuali sanzioni derivanti dall’utilizzo di aliquote errate”.
Secondo: malgrado alcuni Ordini e Associazioni si siano mossi in tempo, investiamo tutti, davvero tutti, qualche euro di francobolli e qualche minuto per inviare una lettera al Governo (Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma – Italia) dove chiediamo un provvedimento che, in conformità a quanto previsto dallo Statuto dei diritti del contribuenti, dichiari non applicabili le sanzioni in caso di errori nell’individuazione dell’aliquota IMU per il 2013.
Terzo: adeguiamo le nostre parcelle alla situazione. Facciamoci pagare tutti, di nuovo davvero tutti, il lavoro che facciamo in modo giusto. Se una prestazione è oggettivamente difficile e/o deve essere resa attraverso il lavoro notturno o festivo, dovrà avere un compenso proporzionato. Anche i taxi hanno una tariffa notturna maggiorata rispetto a quella diurna e se, il principio vale per i tassisti, può valere anche per noi.
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41