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LETTERE

Le nuove elezioni del CNDCEC possono essere un’opportunità di rilancio

Martedì, 28 gennaio 2014

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Caro Direttore,
la recente sentenza del Consiglio di Stato (si veda “Dal Consiglio di Stato il via libera alle nuove elezioni del CNDCEC” del 22 gennaio) mi ha sollecitato alcune considerazioni che manifesto pensando possano essere utili anche a chi verrà chiamato ad eleggere il nuovo Consiglio nazionale e a chi si vorrà candidare.

La sentenza, nel cui merito non entro, a mio giudizio offre alla categoria una grande opportunità: quella di dare un colpo di reni per risollevarsi dal baratro in cui è lentamente ma inesorabilmente precipitata e nominare un CNDCEC in grado di restituire quella dignità, quell’etica e quella credibilità che la nostra categoria non ha più dai tempi di Rosina e Bernoni, ultimi Presidenti grandi in assoluto e non per merito di chi a loro è succeduto.

Per ottenere questo risultato, secondo me, è necessario prima di tutto che tutti i candidati alle ultime elezioni, fissate e poi sospese, dichiarino di rinunciare alla candidatura, sgombrando così il campo dagli equivoci paventati su Eutekne.info (si veda “Elezioni CNDCEC, tante le questioni ancora aperte” del 23 gennaio): sarebbe un grande contributo per avviare il ritorno al passato da me auspicato e ritenuto necessario per dare alla categoria un grande futuro.
Un ritorno a un passato che io ho vissuto quale Presidente nazionale dell’Unione Giovani, ma che, probabilmente, per la maggior parte degli iscritti rappresenta la preistoria.

Ebbene, è necessario che questi iscritti sappiano, e tutti coloro che voteranno ricordino, che in quella preistoria, o subito dopo, muovevano i primi passi nel CNDCEC Siciliotti, Sganga e D’Imperio, colleghi che è giunto il momento, ove non abbiano il buon gusto di farlo da soli, vengano messi da parte, avendo abbondantemente dimostrato di non essere stati in grado di fare gli interessi della categoria e avendo anzi contribuito, con ruoli apicali, a distruggere la nostra immagine e a portare tutti gli iscritti a un senso di frustrazione e di nausea, anziché a una forte identificazione con e nella categoria.

Oltre a ciò, chi dovrà votare, al momento del voto dovrà ricordarsi anche di chi ha contribuito a dare alla categoria un danno di immagine incommensurabile, ponendo in essere, avallando o condividendo comportamenti privi di ogni etica e senza dubbio al di fuori del dettato deontologico, in occasione delle competizioni elettorali, pur di avere una lista e per quella lista prendere voti (sarebbe, a tal proposito, anche interessante sapere se tali comportamenti sono stati oggetto di valutazioni deontologiche da parte dei Consigli competenti).

Oltre alla memoria, gli elettori dovranno avere il coraggio di rompere con gli schemi elettorali del passato, quando spesso i voti venivano messi al seguito di sirene che promettevano (e a dire il vero poi spesso mantenevano) riconoscimenti post elettorali nell’ambito delle commissioni o simili: i voti dovranno essere destinati a una lista che sia composta da persone di grande spessore professionale, morale, etico e deontologico. Solo così potremo avere un Consiglio autorevole ed efficiente.

Grande responsabilità e coraggio dovrà averli anche chi si candiderà come Presidente: a mio parere, dovrà essere un collega di adeguato spessore morale e professionale, che non abbia dato contributi alla recente attività demolitoria dell’immagine della categoria, che non abbia alcun legame con il passato e con le penose vicende che hanno caratterizzato le ultime elezioni annullate dal Consiglio di Stato: un collega che scelga i suoi compagni di viaggio con oculatezza e lungimiranza (in questo, grande responsabilità compete anche gli Ordini che gli sottoporranno i candidati, ma che dovranno lasciare al candidato Presidente la loro libera scelta).

Solo così potrà fare un squadra che potrà dare molto e che potrà impegnarsi moltissimo per restituire alla nostra immagine la credibilità che merita e di cui la categoria necessita per poter incidere sulla ricostruzione del nostro Paese, una squadra che dovrà anche incidere sulla struttura del Consiglio nazionale, riducendo i costi esorbitanti cui siamo arrivati e che comportano per ogni singolo iscritto un contributo annuale eccessivo e non più sostenibile e rinforzando il Centro Studi, per consentirgli di essere voce autorevole tanto in sede legislativa sulle norme che riguardano la categoria, quanto in sede interpretativa, con circolari che rappresentino tempestivi orientamenti per tutti gli operatori del diritto e non solo per i commercialisti.

Il CNDCEC dovrà anche concludere il processo di concreta unificazione della categoria, sollecitando con adeguata autorevole moral suasion anche le organizzazioni sindacali a un analogo percorso (ma che senso ha avere sette o otto sigle sindacali? Non sarebbe sufficiente un’Unione Giovani e un sindacato? Certo: sarebbero solo due Presidenti, due Vice, due Segretari e pochi Consiglieri, ma... Anche in questo senso gli autori di tale percorso darebbero un importante contributo alla rinascita della dignità della categoria.

Se ci sono iscritti che condividono i miei sogni e le mie considerazioni, è bene che lo facciano sapere a gran voce ai rispettivi Consigli nel momento in cui verrà aperta la nuova competizione elettorale che mi auguro sia, finalmente, improntata alla totale e assoluta etica e deontologia.

Ecco, queste sono le opportunità che credo tutti gli iscritti si augurano vengano colte da chi si assumerà l’onere, ma in questo caso anche l’onore, di guidare la nostra categoria nei prossimi quattro anni.
Se, al contrario, non saranno colte, temo che il percorso – intrapreso anni fa e via via sempre accelerato – verso l’ormai vicino baratro diventi irreversibile.

Alla memoria e al coraggio degli elettori e degli eletti affido quindi le mie speranze di inguaribile ottimista, auspicando che non rimangano utopia, così com’è purtroppo successo da qualche anno a questa parte, e che i sogni possano così diventare realtà.


Giancarlo Strada
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Genova

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