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LETTERE

Dall’Agenzia, anche comportamenti che ignorano le decisioni dei giudici

Mercoledì, 17 settembre 2014

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Gentile Redazione,
a conferma di quanto illustrato dal collega Cavagnari di Pavia in merito alla dicotomia fra quanto sbandierato a livello centrale e quanto avviene invece a livello territoriale circa il rapporto Fisco-contribuente (si veda “Certe operazioni non depongono a favore del rapporto di fiducia Fisco-contribuente”), racconto la mia esperienza.

In data 30 novembre 2013 viene notificato ad un mio cliente un avviso di accertamento che, dopo il fallito tentativo di adesione, viene impugnato con richiesta di sospensione della riscossione.
In data 7 luglio 2014 si tiene l’udienza per la sospensione, al termine della quale il giudice la concede, fissando l’udienza per la discussione del merito per il 13 ottobre 2014.
Il mio cliente tira un sospiro di sollievo, anche perché gli importi in contestazione, trattandosi di un imprenditore individuale, non sono di poco conto.

Senonché oggi (lunedì 15 settembre, ndr) viene in studio con in mano una raccomandata di Equitalia che gli comunica che il 9 agosto 2014, cioè due mesi dopo che il giudice aveva sospeso la riscossione, l’Agenzia Entrate le ha affidato l’incarico di riscuotere la somma di 16.735 euro, quale terzo della maggior imposta accertata, con pagamento da effettuare entro trenta giorni.

Naturalmente, oltre alla normale preoccupazione per l’inattesa richiesta, dato che gli avevo comunicato l’esito positivo dell’udienza per la sospensione, il mio cliente è particolarmente arrabbiato con l’Amministrazione finanziaria, che opera senza alcun rispetto non solo dei contribuenti, ma anche della magistratura tributaria.

Questo comportamento dell’Agenzia delle Entrate locale, peraltro, non è l’unico episodio che nel corso dell’ultimo anno è capitato a miei clienti, trattandosi già del terzo caso.
Se è vero che tre indizi fanno una prova, si può sostenere che non si tratta di mera svista o di errore, che già sarebbe censurabile, ma di vera e propria consapevolezza nell’ignorare le disposizioni dei giudici.


Adriano Pietrobon
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Treviso

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