Ogni anno, imposte evase per 91 miliardi
Ammonta mediamente a 91 miliardi l’anno l’importo delle principali imposte evase. La stima del cosiddetto “tax gap” è contenuta nel Rapporto sull’evasione fiscale che il Ministro dell’Economia ha illustrato al Consiglio dei Ministri prima di presentarlo in Parlamento. Nel Rapporto, previsto dal DL 66/2014 e pubblicato ieri sul sito del MEF, sono dettagliate le diverse tipologie evasive e gli strumenti di contrasto.
Particolare rilievo, per un’efficace lotta all’evasione, viene attribuito alle sinergie operative tra le diverse “anime” dell’Amministrazione fiscale, all’utilizzo sinergico delle banche dati e alla diffusione di strumenti di pagamento tracciabili, della fatturazione elettronica, della trasmissione telematica dei corrispettivi. Sulla base degli indirizzi che le Camere esprimeranno il Governo definirà un programma di ulteriori interventi per implementare l’azione di contrasto.
Nel dettaglio, dal Rapporto emerge che il Nord, con una maggiore ricchezza prodotta, segna il divario più alto tra IVA, IRES, IRPEF e IRAP dovute e pagate: 47,6 miliardi ogni anno (pari al 52% del totale), contro i 24 del Centro (26%) e i 19,8 del Sud (22%).
Il rapporto fornisce molte chiavi di lettura, esaminando anche gli effetti negativi di chi non paga le tasse: “un serio ostacolo alla realizzazione di un mercato pienamente concorrenziale”, una stretta correlazione con “corruzione e attività della criminalità economico-organizzata” e “causa di iniquità sociale”.
Sul fronte del “recupero”, dai 13,1 miliardi del 2006 di maggiore imposta accertata dall’Agenzia delle Entrate si arriva ai 24,5 miliardi del 2013. Quest’ultimo dato è però in calo rispetto agli anni 2009-2012 e soprattutto rispetto al picco di 30,4 miliardi di imposta accertata nel 2011. Tra evasione scoperta e importi riscossi rimane comunque sempre un divario, anche se il valore è in crescita: nel 2012 gli incassi sono ammontati a 12,5 miliardi, nel 2013 si è saliti a 13,1 miliardi.
Nel Rapporto, infine, il Ministero promette: “Mai più condoni”. “Dall’Unità d’Italia a oggi ci sono stati oltre 80 condoni”, che “minano la credibilità dello Stato, soprattutto nei confronti dei contribuenti onesti”. (Redazione)
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