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Il raddoppio dei termini per l’accertamento con reati non sarà un condono

/ REDAZIONE

Giovedì, 21 maggio 2015

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Le nuove norme sul raddoppio dei termini per l’accertamento in presenza di reati penali, contenute nel decreto attuativo della delega fiscale in materia di abuso del diritto, rischiano di “mandare al macero” moltissimi atti, con un’evasione accertata, solo a Milano, di circa quattro miliardi. L’accusa arriva da Francesco Greco, procuratore aggiunto alla Procura di Milano, che ieri ha espresso i proprio dubbi sulla misura nel corso del seminario istituzionale, svoltosi in Commissione Finanze della Camera, sulle tematiche relative agli schemi di DLgs., attuativi della delega fiscale e attualmente all’esame delle Commissioni parlamentari competenti per i prescritti pareri, recanti, rispettivamente, misure per la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese (Atto n. 161), sulla trasmissione telematica delle operazioni IVA e sul controllo delle cessioni di beni effettuate attraverso distributori automatici (Atto n. 162) e sulla certezza del diritto nei rapporti tra Fisco e contribuente (Atto n. 163).

Sul punto, il Viceministro dell’Economia, Luigi Casero, che ha chiuso i lavori del seminario, ha assicurato l’impegno a chiarire le norme per evitare sanatorie-scappatoie: “Non c’è nessuna volontà condonistica – ha detto – per come era scritto pensavamo s’intendessero tutti gli atti. Sicuramente sarà utile intervenire specificando che gli atti impositivi sono tutti quelli compiuti dalle forze dell’Amministrazione e dalla Guardia di Finanza”.

Al seminario sui nuovi decreti delegati, voluto dal presidente della Commissione Finanze Daniele Capezzone, sono state anche altre le critiche. In tema di tracciabilità, per l’ex ministro Vincenzo Visco la fatturazione elettronica tra privati, così come è scritta, è praticamente inutile e “c’e il rischio di aggiungere adempimenti e costi per i contribuenti, complicando invece di semplificare”. Confindustria, invece, chiede un’attuazione rapida della delega, mentre il consigliere del Ministro dell’Economia per le politiche fiscali, Vieri Ceriani, ha spiegato che il Governo punta sulla cooperative compliance, ora prevista solo per le grandi imprese: “Stiamo pensando di estenderla ai contribuenti piccoli e medi, anche non strutturati nella forma societaria”.

Dal canto suo, il CNDCEC, tra i diversi soggetti invitati al seminario, oltre a parlare di “obiettivo prioritario, non più rinviabile” con riferimento all’internazionalizzazione delle imprese, ha presentato le proprie proposte, riportate in un apposito documento.
In particolare, per quanto riguarda la fatturazione elettronica e la trasmissione telematica di fatture e corrispettivi, i commercialisti ritengono, tra i diversi aspetti esaminati, che il servizio gratuito di generazione, trasmissione e conservazione delle fatture elettroniche, distribuito da Unioncamere in collaborazione con AgID, debba essere assicurato a tutti i soggetti passivi IVA, senza discriminazioni di carattere oggettivo e/o soggettivo e senza le limitazioni attualmente previste.

Sulla questione del raddoppio dei termini per l’accertamento, con riferimento al quale la norma considera espressamente solo il caso in cui la denuncia sia stata presentata o trasmessa dall’Amministrazione finanziaria, il CNDCEC ritiene necessario modificare il testo del decreto delegato, specificando che il nuovo limite ai fini del raddoppio si rende applicabile in ogni caso e, quindi, anche qualora fossero la procura o altri soggetti diversi a segnalare una violazione che comporta obbligo di denuncia per un reato tributario. (Redazione)

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