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Eliminazione della TASI sull’abitazione principale per possessori e detentori

/ REDAZIONE

Giovedì, 17 settembre 2015

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Appare corretto che l’intervento finalizzato all’eliminazione della TASI sull’abitazione principale sia riferito sia ai possessori, sia ai detentori degli immobili, anche per evitare disparità di trattamento tra i contribuenti. L’ha chiarito ieri il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, in risposta a una delle interrogazioni parlamentari presentate nel question time alla Camera.

Pronta la reazione di Confedilizia: “In assenza di ulteriori specificazioni, questa misura sarebbe inaccettabile perché si risolverebbe in un aumento di imposizione sui proprietari che affittano – ha commentato il presidente Giorgio Spaziani Testa –. In caso di locazione la TASI è a carico sia del proprietario-locatore (fra il 70 e il 90%, secondo quanto stabilito dal singolo Comune), sia dell’inquilino (il restante 10-30%). Perché l’imposta non venga tolta agli inquilini per spostarla sui proprietari-locatori, è quindi necessario che non ci si limiti a eliminare la quota a carico dei detentori, ma si provveda altresì a ridurre in via generale il tributo per gli immobili locati”.

In materia di studi di settore, all’interrogazione su eventuali iniziative del Governo, al fine di permettere all’economia del Paese di beneficiare dei primi, debolissimi segnali di fine della crisi economica internazionale, da assumere per prevedere l’immediata sospensione dell’applicazione degli studi di settore per i periodi d’imposta 2015 e 2016, fino a una completa revisione del sistema delle verifiche fiscali a fini antievasivi, in modo da evitare che i contribuenti siano costretti a dichiarazioni più alte degli effettivi incassi e a sottoporsi a una maggiore imposizione, il Ministro ha risposto che, negli ultimi anni, a fronte della diminuzione del numero di soggetti che hanno effettuato l’adeguamento dei ricavi o compensi in base ai risultati degli studi, si è assistito a un costante aumento della percentuale dei soggetti congrui, che ha reso, di conseguenza, non necessario il ricorso all’adeguamento.

Padoan ha poi ricordato che l’Agenzia delle Entrate ha ripetutamente chiarito che la motivazione degli atti di accertamento basati sugli studi non può essere rappresentata dal mero automatico rinvio alle risultanze degli studi di settore, ma deve dar conto, in modo esplicito, delle valutazioni che si traggono dal dialogo con il contribuente. (Redazione)

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