Col nuovo ISEE, dichiarazioni con patrimonio mobiliare nullo scese dal 75% a meno del 20%
Il Ministero del Lavoro ha reso noti i dati del primo semestre 2015 relativi al nuovo ISEE, in vigore dal 1° gennaio.
Nei primi sei mesi di quest’anno sono oltre due milioni i nuclei familiari che hanno presentato una Dichiarazione sostitutiva unica (DSU) a fini ISEE.
Nel dettaglio, la percentuale di popolazione coperta da dichiarazione ISEE a livello nazionale è pari nel primo semestre al 10,1%, passando da poco meno del 9% nel Centro-Nord a più del 13% nel Mezzogiorno. Rispetto al passato, la distribuzione territoriale della “popolazione ISEE” è più omogenea: il Mezzogiorno resta l’area dove si presentano più dichiarazioni, ma la distanza con il resto del Paese si è ridotta, osservandosi sostanzialmente solo in queste Regioni un calo di DSU. In realtà, sembra venir meno un’anomalia osservata gli anni scorsi, quando all’elevato numero di DSU presentate in tali territori non corrispondeva un altrettanto elevato livello di prestazioni erogate attraverso l’ISEE.
Ancora, sulla popolazione nel suo complesso non si osservano particolari variazioni nella distribuzione per classi di ISEE. Gli ordinamenti, però, sono molto cambiati: per quasi due terzi della popolazione il nuovo ISEE è più favorevole (46,9%) o indifferente (16,6%) rispetto al vecchio. Per il terzo di popolazione per cui il nuovo indicatore è meno favorevole, ciò dipende dai valori patrimoniali: il patrimonio infatti pesa molto di più nel nuovo indicatore, da un ottavo (12,4%) a poco meno di un quinto (18,2%). Per effetto del maggior valore del patrimonio, la media generale aumenta (di circa il 7%), ma comunque la mediana (il valore che separa il 50% più povero da quello più ricco) diminuisce, seppur marginalmente.
L’indicatore inoltre è molto più veritiero; i redditi non sono più autodichiarati, ma rilevati direttamente presso l’Anagrafe tributaria (si stima in circa un quarto delle DSU la presenza di sottodichiarazioni nel vecchio ISEE), mentre con riferimento al patrimonio mobiliare (conti correnti e libretti di deposito) l’annuncio del rafforzamento dei controlli ha portato le DSU con patrimonio mobiliare nullo da quasi il 75% a meno del 20%.
La tendenza a una maggiore fedeltà nelle dichiarazioni è ancora più evidente se si osserva il profilo per mese di sottoscrizione delle quote di DSU con patrimonio mobiliare nullo: si passa da quasi metà delle DSU a gennaio a meno di una su sei a maggio-giugno. Quanto ad alcuni sottogruppi di popolazione, nel caso dei nuclei con minorenni la distribuzione per classi di ISEE è sostanzialmente identica a quella del vecchio indicatore (ancora più che per la popolazione complessiva). Comunque si osserva una quota superiore di coloro che sono favoriti dalla riforma rispetto alle famiglie senza minorenni; inoltre, non si registra l’incremento della media osservato per la popolazione nel complesso.