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LAVORO & PREVIDENZA

La Cassazione «rafforza» le tutele contro le discriminazioni sul lavoro

Con alcune decisioni recenti, i giudici di legittimità hanno sancito principi di rilievo in caso di licenziamento discriminatorio

/ Paolo BERTI

Giovedì, 5 maggio 2016

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Fino a pochi anni fa il tema delle tutele contro le discriminazioni sembrava essere rimasto confinato ai principi dettati dalla nostra Carta costituzionale, mentre sul fronte giurisprudenziale in materia di lavoro i riscontri erano pochi, pur in presenza di una norma come l’art. 15 della L. 300/70 (Statuto dei lavoratori) che dichiarava nulli tutti gli atti o patti aventi natura discriminatoria per ragioni politiche, religiose, sindacali, sessuali, razziali, linguistiche, di età o di handicap.

Oggi, invece, si assiste ad una sorprendente riviviscenza delle norme antidiscriminatorie e a un altrettanto inatteso risveglio della magistratura del lavoro, specie di quella di Cassazione. Sembra che i giudici di legittimità si siano resi conto (o si stiano rendendo conto: il processo di consapevolezza

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