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LETTERE

Non basta la proroga, dobbiamo riconquistare la dignità professionale

Sabato, 18 giugno 2016

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Gentile Redazione,
CHE BELLO, È ARRIVATA LA PROROGA!
Sono un’iscritta dell’Ordine di Milano, mi vorrei inserire nella discussione di questi ultimi giorni relativamente alle richieste di proroga, cogliendo però l’occasione per fare una valutazione di più ampio respiro.

Non si può che apprezzare il pragmatismo con il quale il Viceministro Zanetti ha affrontato il problema, lui ben conosce la realtà schizofrenica in cui siamo costretti a operare.
Negli interventi apparsi in questi giorni si faceva presente per l’ennesima volta la nostra situazione lavorativa attraverso una correttissima analisi per arrivare poi a chiedere la proroga, ma a mio avviso non è SOLO questo il punto.
Io non mi lamento tanto del fatto che ci arrivano sulle scrivanie le cose più incredibili – non sto qui a ripetere quanto già detto dai colleghi, lo viviamo tutti, tutti i giorni – quanto del fatto che giorno per giorno abbiamo perso la nostra dignità professionale!
La proroga arrivata sul filo di lana è la dimostrazione della considerazione in cui siamo tenuti.

Eppure siamo una categoria che è trait d’union fra il contribuente e le istituzioni e lo ritengo un ruolo importante, che ha vissuto e vive la crisi quotidianamente e in primis quella dei propri clienti, da cui discendono i mancati incassi o pagamenti dilazionati alle calende greche (scusate il pragmatismo, appunto).
Una categoria che subisce la concorrenza sleale degli abusivi (dimenticati? Loro non pagano un ordine, un’assicurazione adeguata, hanno meno spese), ma anche quella di colleghi che giocano al ribasso, forse perché “non tengono famiglia”, perché se i costi ce li hai in qualche modo li devi poter sostenere.

Qualcuno dirà “È il mercato, bellezza” (bellezza una volta, grazie), ma anche il mercato deve rispettare un’etica.
Non è mai stata fatta una politica “forte” nei confronti degli abusivi, vero è che noi non abbiamo materie esclusive, salvo alcune, ma forse avremmo potuto farci sentire in maniera diversa.
La nostra realtà è composta da una parte di piccoli/medi studi che rappresentano almeno il 70%, credo, gli altri sono i guru oppure le grosse società di consulenza (altro mondo) e nel nostro piccolo occupiamo una media di 1-2 dipendenti, per ogni studio.

Anche noi, modestamente, contribuiamo al PIL nazionale, con tanta fatica, infatti la maggior parte è un generalista (la specializzazione nei piccoli e medi studi non paga), che deve affrontare tutti i giorni una stratificazione normativa che fa concorrenza solo alle ere glaciali.
Arriviamo perciò ogni anno esausti a elemosinare la proroga, così da tirare un sospiro di sollievo, se te la danno, come a scuola quando non eri ancora pronto e ti rimandavano l’interrogazione.

Il risultato è che oltre alla crisi o all’onda lunga della crisi – per chi crede che stia cambiando il vento – che subiamo perché classe media (la più schiacciata), ci hanno trasformato in professionisti che offrono “banalmente” dei servizi e non delle consulenze e che ti pagano come un servizio e senza o con poca considerazione. Inoltre, molti hanno perso i collegi sindacali per la nota normativa (non voglio entrare nel merito delle scelte fatte dal punto di vista legislativo) e il contenzioso ce lo stiamo ormai contendendo con gli amici avvocati.

Negli interventi precedenti qualcuno ha scritto “il vostro ordine autorevole”...
Ecco il punto: ma il nostro ordine è autorevole? È stato un ordine capace di essere vicino agli iscritti, consapevole della quotidianità che essi vivono? Parliamone.
Noi abbiamo bisogno di un ordine che prima di tutto ci aiuti a riconquistare la nostra dignità professionale, che offra corsi di livello, a costi “popolari”, per permettere a tutti gli iscritti di partecipare.

È la nostra professionalità che deve fare la differenza, ma occorre che qualcuno lo faccia presente al mercato (facciamoci suggerire come fare dai consulenti di marketing, quelli bravi però), un ordine che si faccia sentire nelle sedi istituzionali, altrimenti ci estingueremo come i dodo o meglio si estinguerà l’ordine, la nostra professione esisterà sempre, è inevitabile.

Non ho la soluzione in tasca, ma le soluzioni partono sempre da un’analisi oggettiva del problema, che non si può fermare solo nel richiedere una proroga, seppur necessaria... Come diceva il buon Epicuro (o ricordo male?): anamnesi, diagnosi, prognosi.


Manuela Rossi
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano

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