Lo spesometro trimestrale dichiara il fallimento del contrasto all’evasione
Spettabile Redazione,
ho letto i commenti da parte del Collega ora Viceministro Enrico Zanetti e della direttrice dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi in merito al nuovo adempimento di trasmissione dello spesometro trimestrale (si veda “Orlandi: «Lo spesometro trimestrale è un onere sopportabile»” del 4 novembre).
Mi permetto una banale osservazione.
Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli adempimenti sia in materia di antiriciclaggio che in materia di contrasto dell’evasione fiscale.
Tali adempimenti credo si siano rivelati poco utili altrimenti non saremmo qui a discutere di nuovi mezzi di contrasto.
Il nuovo adempimento dunque non è che la dichiarazione di fallimento di un sistema complessivo di contrasto!
La conclusione logica sarebbe di togliere tutti gli adempimenti che hanno fallito il loro obiettivo ed hanno intasato il lavoro sia di chi trasmetti i dati, sia di chi è tenuto ad una efficace azione di contrasto.
Ricordo quali problemi finanziari continua a creare a molte imprese l’introduzione dello split payment e del reverse in edilizia. Mi chiedo se non sia più semplice una azione legata più a controlli mirati, con tutti i dati già disponibili agli organi addetti (compravendite di autoveicoli di pregio e di immobili in primis, per non parlare delle transazioni finanziarie partendo dagli importi più elevati!).
Faccio notare come ulteriori adempimenti facilitano ancora una volta chi del Fisco se ne frega e continua a vivere nel sommerso.
Infine, una politica di contrasto deve essere, oltre che efficace, efficiente: i tempi di intervento dell’autorità amministrativa e giudiziaria devono essere rapidi e incisivi sui comportamenti illeciti. Così non è, oggi.
Alberto Cobelli
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Brescia
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