ACCEDI
Giovedì, 3 luglio 2025 - Aggiornato alle 6.00

LETTERE

Non banalizziamo il tema della protesta

Martedì, 29 novembre 2016

x
STAMPA

Gentile Direttore,
in questo momento di forte caos per la professione, con l’imminenza della giornata di protesta del 14 dicembre, e le varie riflessioni tra le quali spicca quella del Collega Pietrobon del 22 novembre scorso su questa pagine (si veda “Protestiamo contro adempimenti da cui dovremmo ricavare profitto?”), vorrei fare un breve riepilogo della situazione che ho avuto modo di condividere con i Colleghi di Napoli quale relatore ad un recente convegno.

“I Commercialisti. Utili al Paese” era il titolo di un nostro impegno di categoria qualche anno fa.
Ebbene, spero che i nostri interlocutori non stiano andando ben oltre.

Il Collega Pietrobon evidenzia alcuni aspetti molto interessanti, direi anche ovvi ma, forse, artatamente trascurati dai più:
- il legislatore ha posto questo recente e ulteriore proliferare di norme a carico dei contribuenti/imprese;
- dovrebbe costituire opportunità di lavoro per noi;
- in conseguenza, non dovremmo essere noi a protestare, ma i contribuenti/imprese;
- costoro, quanto meno, dovrebbero esserci al fianco nella protesta.

E invece? Nulla di tutto ciò, gli imprenditori tacciono, tanto... se ne occupa il mio commercialista... Anzi, proprio dalle imprese può venire fuori uno specifico interesse a tutto questo fiorire di nuovi adempimenti: già, da parte di quelle imprese che si occupano di software house, editoria e convegnistica specializzata, computer e tutto quanto connesso.
Al riguardo, ricordo perfettamente di un’interpellanza parlamentare per possibili interferenze di queste ultime con il proliferare delle norme, ma non ne trovo traccia sulla rete, ovviamente nemmeno degli esiti.

Già, siamo “utili” al Paese, ma, per quanto riguarda questa riflessione, innanzitutto per consentire, attraverso una “banale trasmissione di qualche dato”:
- all’Agenzia delle Entrate di avere immediatamente disponibili dati che prima, quando tutto era cartaceo e manuale, doveva acquisire, elaborare, controllare, archiviare, con costi di personale, attrezzature e spazi di lavoro e archivio;
- agli organi di controllo di avere a disposizione la migliore e più diffusa rete di monitoraggio per l’antiriciclaggio a costo zero, anzi da sanzionare se qualcosa non va;
- alla collettività di avere una banca dati dei bilanci delle società di capitali, il Registro delle imprese, a disposizione e aggiornata.
Tutte attività che i clienti sono spesso legittimati a pensare che costituiscano per noi motivo di semplificazione degli adempimenti prima noiosi e per i quali oggi basta un click.

La nostra categoria ha indubbiamente acquisito un ruolo sempre maggiore di significatività sociale, ma quanto lo è nella mente del legislatore e per le cautele di questo ruolo? Qualche esempio?
Le tariffe: abrogate in ragione della liberalizzazione del mercato per tutte le professioni, hanno lasciato il posto alla contrattazione preventiva e, solo in disaccordo, ai parametri di cui al decreto 140/2012. E poi c’è stata subito la deroga: già, perché subito dopo, con il decreto 55/2014, gli avvocati hanno reclamato la specificità della loro professione e l’esigenza di una connessa parametrizzazione, ben più precisa e vantaggiosa. Noi no.
Esclusive professionali: legge sulla liberalizzazione a parte, tutte le altre professioni regolamentate ne hanno. Noi? Poche e condivise.
Responsabilità senza proporzioni: inutile soffermarsi su collegi sindacali, antiriciclaggio, ecc.

Da quanto innanzi appare chiaro che la cosa non si risolve modificando le modalità di fatturazione delle nostre prestazioni e stressando i clienti, passando cioè dai famigerati all inclusive alle prestazioni specifiche, laddove siamo comunque stretti in un mercato della professione inflazionato e al ribasso, oltre che – come detto – non regolamentato.

Ci vogliono regole chiare e condivise: tariffe (ops, parametri) esclusive, definizione chiara delle responsabilità, termini di scadenze ben precisi, magari, per tutto il settore, razionalizzazione delle norme – ancor prima di parlare di semplificazione.
Questi per me sono i grandi temi per la cautela di chi concretamente svolge la professione sul campo tutti i giorni: i nuovi adempimenti sono solo la goccia che fa traboccare il vaso, ma che nessuno li adotti a pretesto per banalizzare il disagio della categoria.


Gianni Tomo
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Napoli

TORNA SU