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Intermediari finanziari al centro del meeting di Parigi sulle indagini dei Panama Papers

/ REDAZIONE

Venerdì, 20 gennaio 2017

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Con un comunicato stampa diffuso oggi, l’Agenzia delle Entrate ha fornito un resoconto del meeting organizzato a Parigi il 16 e il 17 gennaio scorso, durante il quale 30 Amministrazioni finanziarie hanno condiviso le loro conclusioni sulle indagini dei Panama Papers, in particolare “sul ruolo degli intermediari fiscali, inclusi istituzioni finanziarie, consulenti, avvocati e commercialisti, che hanno favorito l’evasione e l’elusione fiscale”.

Si tratta del terzo incontro del gruppo Joint International Taskforce on Shared Intelligence and Collaboration (JITSIC), convocato per discutere dei progressi sull’attività di compliance, sullo scambio di informazioni, sulla conoscenza del ruolo dello studio legale Mossack Fonseca e sulle sue relazioni con altri intermediari.

La riunione della task force ha visto un grande scambio di informazioni simultaneo, basato sugli strumenti giuridici concordati nell’ambito della Convenzione Multilaterale OCSE - Consiglio d’Europa e dei trattati fiscali. Gli Stati membri hanno messo in comune le prove sui soggetti chiave grazie agli sforzi realizzati, ad esempio l’analisi dei dati, la procedura di collaborazione volontaria, i contraddittori con i contribuenti e la documentazione a disposizione.

Per quanto riguarda i risultati, l’Agenzia delle Entrate li definisce “significativi” rispetto all’ultima riunione della task force, (incluso lo sviluppo di approcci omogenei per richiedere le informazioni tra i partner dei trattati). Come accennato, è stata anche approfondita “la conoscenza delle varie tipologie di evasione fiscale messe a punto dagli intermediari fiscali e delle nuove tecniche di analisi dei dati”.

Sono stati riscontrati progressi anche per l’attività di compliance, con oltre 1.700 controlli e verifiche effettuati sui contribuenti, più di 2.550 richieste di informazioni e l’individuazione di una lista target di 100 intermediari. Un ulteriore positivo effetto è rappresentato dal fatto che un cospicuo numero di contribuenti si è fatto avanti spontaneamente per dichiarare al Fisco le proprie operazioni offshore.

La task force continuerà ad attingere alle migliori competenze di intelligence delle autorità fiscali di tutto il mondo e a condividere le migliori pratiche per l’analisi dei dati e la collaborazione sulle informazioni. Di conseguenza, conclude l’Agenzia delle Entrate, le Amministrazioni fiscali potranno condividere le informazioni nell’ambito dei quadri normativi esistenti per lo scambio di dati, opereranno in conformità con le loro leggi, politiche e normative nazionali e lavoreranno a stretto contatto con altre agenzie nazionali per identificare i beneficiari effettivi e il ruolo che gli intermediari e le istituzioni ricoprono nel facilitare l’evasione fiscale.

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