L’ADC contro l’estensione dei soggetti legittimati ad apporre il visto di conformità
Con un emendamento presentato in Commissione Bilancio alla Camera al DL 50/2017 si vorrebbe estendere la platea dei soggetti legittimati ad apporre il visto di conformità. L’ADC ha segnalato la proposta di modifica all’art. 3 comma 4 della manovra, a prima firma del deputato Ignazio Abrignani, dichiarando, con un comunicato stampa di ieri, di non comprendere il motivo di tale tentativo di estensione.
“Non è ammissibile – si legge nella nota – che una funzione così delicata possa essere attribuita a soggetti che operano senza qualifica riconosciuta dal legislatore e in un campo sprovvisto di istituti disciplinari. Non è ammissibile che soggetti non sottoposti a formazione professionale obbligatoria (non certamente sorretta da un regolamento interno) possano «certificare» l’esistenza dei presupposti per l’apposizione di un «certificato di garanzia» per lo Stato e la collettività”.
Secondo l’ADC non è ammissibile, infine, che si demandi a soggetti non ordinisticamente regolamentati un compito riservato, soprattutto a tutela della pubblica fede, a professionisti che da anni soggiaciono a un codice deontologico che impone, oltre il resto, la contrazione di polizze ad hoc per il rilascio del suddetto visto.
Infine, per l’ADC lo scopo vero del visto risiede solo nel garantire alla P.A. certezza, fede, tutela, riscossione e preparazione. La categoria dei commercialisti ha da tempo dimostrato di disporre di tali postulati, fondamentali per garantire la giusta collaborazione agli organi deputati al controllo.
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