Lo sciopero ha dei limiti, ma una goccia d’acqua diventerà un fiume in piena
Gentile Redazione,
la lettera pubblicata ieri del collega Marco Baldi, dell’Ordine di Arezzo, ci consente di porre in chiaro alcuni temi che, nonostante l’ampia divulgazione fattane, risultano ancora sconosciuti ai più (si veda “Uno «sciopero» che non incide sul gettito è una specie di farsa” del 23 luglio 2020).
Il diritto allo sciopero è un risultato che la nostra categoria dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha conquistato solo da pochi anni a questa parte. Il 28 luglio 2014 la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali ha approvato il nostro codice di autoregolamentazione delle astensioni, pubblicato poi nella Gazzetta Ufficiale dell’11 agosto 2014.
Il diritto allo sciopero può essere esercitato nei limiti di quel regolamento il quale prevede modalità ben specificate dal codice ovvero astensioni in attività individuate con il Garante per non più di otto giorni, due nel caso della tardiva presentazione dei modelli F24.
Certamente affascinante appare l’ipotesi di uno sciopero che preveda lacrime e sangue per chi ne è destinatario e che finalmente attirerebbe con forza l’attenzione sulle nostre istanze. Ma così non potrà mai essere sulla base delle regole attuali.
Non ci fermeremo ad una proclamazione ma, con insistenza e “disobbedienza” proveremo a essere quella goccia d’acqua che cade sino a scavare la roccia. Sarà poco? Vedremo... Noi siamo convinti che una goccia d’acqua diventerà un fiume in piena.
I Presidenti
di ADC, AIDC, ANC, ANDOC, FIDDOC, SIC, UNAGRACO, UNGDCEC, UNICO