L’integrativa rende necessario ravvedere gli acconti
La Cassazione va contro la circolare n. 42 del 2016 dell’Agenzia delle Entrate
Un tema che gli operatori del diritto tributario, da ormai vari anni, si sono trovati ad esaminare riguarda le implicazioni che possono sussistere tra la dichiarazione infedele e gli acconti d’imposta inerenti all’anno successivo a quello interessato dall’infedeltà dichiarativa.
Ciò acquista particolare rilevanza in sede di ravvedimento operoso: a seconda dalla tesi che si sceglie, a fronte del ravvedimento sulla dichiarazione infedele, si deve (o non si deve) ravvedere anche l’omesso versamento degli acconti.
L’Agenzia delle Entrate, in un primo momento, aveva adottato la tesi meno favorevole al contribuente, specificando: “se dalla dichiarazione integrativa emerge una maggiore imposta dovuta per l’anno 2006 e quindi dei maggiori versamenti in acconto
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