IRAP dovuta con due studi e canoni di locazione «sproporzionati»
Il giudice di merito deve valutare anche le dimensioni e le caratteristiche dell’immobile
Con l’ordinanza n. 11086, depositata ieri, la Corte di Cassazione torna ad esaminare il tema della sussistenza, o meno, di un’attività autonomamente organizzata e il conseguente assoggettamento a IRAP del contribuente.
Il caso oggetto di giudizio attiene a un professionista (avvocato) che esercita la propria attività presso due studi professionali, dei quali l’uno associato e l’altro individuale.
Quest’ultimo, presso il quale il contribuente svolge una parte limitata della propria attività, è condotto in locazione, sostenendo canoni di importo consistente (circa 300.000 euro annui, di cui 50.000 relativi al solo bimestre novembre-dicembre 2005).
Per quanto sopra, nella fattispecie in esame l’esistenza di un’autonoma organizzazione risulta, nel contempo: ...
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