La CDC chiude il bilancio 2020 con oltre 9 miliardi di patrimonio
Oltre 9 miliardi di patrimonio netto e una sempre maggiore centralità alle iniziative di assistenza a favore degli iscritti. Nella giornata di ieri, l’Assemblea dei delegati ha approvato il bilancio consuntivo 2020 della Cassa di previdenza dei dottori commercialisti, chiuso con un avanzo corrente superiore ai 476 milioni di euro, di cui il 98% imputato alla riserva legale prevista per i trattamenti pensionistici e il 2% all’assistenza.
Il patrimonio netto raggiunge i 9 miliardi e 315 milioni di euro (29,7 volte il volume delle pensioni erogate nel periodo), con un aumento del 5,4% rispetto al 2019, in cui il patrimonio era arrivato a 8 miliardi e 839 milioni.
Gli iscritti aumentano di 878 unità, dai 69.719 del 2019 ai 70.597 del 2020 (+1,3%), mentre i pensionati sono quasi 9 mila (8.988), 452 soggetti in più rispetto all’anno precedente. Il rapporto tra primi e secondi rimane stabile a 7,9 iscritti attivi per ogni pensionato.
Segno più anche per i ricavi da contribuzione soggettiva (+ 1,7%, per un totale di 897 milioni di euro), dovuto in particolare all’aumento del reddito medio dichiarato nel 2020, pari a circa 67.300 euro (+1,5% rispetto ai 66.300 euro del 2019) mentre il volume d’affari medio si attesta sui 118.400 euro, in lieve decremento dello 0,6% rispetto alla media di 119.100 euro registrata nel 2019.
Ovviamente, si tratta di dati riguardanti il 2019, quindi prima dell’avvento della pandemia, i cui effetti andranno valutati con le prossime dichiarazioni dei redditi. Ci sono, però, comunque dei segnali positivi: il costante incremento dell’aliquota media contributiva, cresciuta anche nel 2020 fino ad arrivare al 13,34% (dal 12,87% del 2018), e il fatto che, dei circa 400 milioni di euro di contributi sospesi in fase emergenziale, a fine anno fosse già stato versato più del 60%.
“L’aumento dell’aliquota media soggettiva nonostante il periodo di difficoltà – ha commentato Stefano Distilli, Presidente dell’ente – è un segnale importante di come stia crescendo la sensibilità degli iscritti rispetto al tema dell’importanza del risparmio previdenziale”.
Aumentata in modo significativo (+ 49,1%) anche la spesa per iniziative di assistenza a favore degli iscritti, che nel 2020 ha superato la soglia dei 23 milioni di euro. A far crescere la spesa per il welfare sono state soprattutto le iniziative introdotte nel 2020 per sostenere gli iscritti in difficoltà a causa dell’emergenza COVID: 5 milioni e 734 mila euro sono stati destinati ai 4.591 dottori commercialisti che nel corso dell’anno hanno fatto richiesta del contributo a sostegno della professione, di quello dedicato ai professionisti con studi in affitto e di quello a supporto dei finanziamenti.
“Questo ultimo anno – ha spiegato Distilli, che sin da subito ha posto il welfare in cima alle priorità del suo mandato – ha evidenziato la centralità crescente dell’assistenza tra le attività della Cassa e non a caso nel 2020 abbiamo definito circa il triplo delle richieste pervenute rispetto all’anno precedente. A questo proposito siamo in attesa della conclusione dell’iter di approvazione della delibera adottata dall’Assemblea dei Delegati il 6 ottobre 2020 per destinare nei prossimi dieci anni agli interventi di welfare a favore degli Associati una percentuale dell’avanzo di gestione pari al 5% rispetto all’attuale 2%”.
Sempre nella giornata di ieri, l’Assemblea dei delegati ha approvato anche la prima revisione del budget 2021, che prevede nel corso dell’anno una crescita del 6,6% della spesa previdenziale e del 29% di quella assistenziale, che arriverebbe a 30 milioni di euro. Si tratta di stime prudenziali che tengono conto dei possibili impatti dell’emergenza pandemica ancora in corso. Si prevede l’aumento delle riserve previdenziali a oltre 9 miliardi e 700 milioni di euro e una contrazione nell’avanzo corrente dell’11% (da 476,3 a 421,2 milioni di euro). Secondo le stime elaborate dall’ente, alla fine del 2021 gli iscritti dovrebbero raggiungere quota 71.500 (incremento di circa mille professionisti rispetto al 2020), mentre i pensionati la soglia delle 10 mila unità, con un rapporto di un pensionato ogni 7,1 iscritti.
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