Peculato e bancarotta per chi gestisce società in house providing
La Cassazione, nella sentenza n. 37076/2021, ha stabilito che il legale rappresentante di una società in house providing, deputata allo svolgimento di pubblici servizi sulla base di una disciplina dettata da norme di diritto pubblico, riveste la qualità di incaricato di pubblico servizio e può commettere il reato di peculato.
Rispetto a ciò, non assume rilievo la circostanza che una società in house sia soggetta a fallimento. In particolare, non è dirimente l’eventuale applicabilità della disciplina penale stabilita nei confronti di amministratori di società sottoposte a fallimento perché non vale ad escludere lo statuto penale della pubblica amministrazione, in ragione della diversità normativa e strutturale delle fattispecie e delle rispettive qualifiche soggettive. Si ritiene, inoltre, configurabile il concorso formale tra il reato di peculato e quello di bancarotta fraudolenta per distrazione, in quanto essi si differenziano tra loro per il soggetto attivo, per l’interesse tutelato, per le modalità di aggressione del bene giuridico, per il momento della consumazione e per la condizione di punibilità, prevista solo in relazione al reato fallimentare.
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