Rischio sequestro preventivo se non si verificano le lettere di intenti
La Cassazione, nella sentenza n. 1358/2022, ha stabilito che è legittimo il provvedimento di sequestro preventivo, in funzione della successiva confisca, del profitto del reato di dichiarazione fraudolenta, in capo al rappresentante legale di una società che si avvalga di lettere di intenti presumibilmente false, in quanto emesse da una società da poco costituita, e che quindi non poteva avere conseguito la qualifica di esportatore abituale e neppure disporre di un plafond per operare acquisti in sospensione d’imposta.
Sarebbe stato, infatti, onere del suddetto rappresentante legale quello di effettuare una semplice verifica riguardante un soggetto con il quale non vi erano stati pregressi rapporti (una visura camerale, in particolare, avrebbe consentito di accertare che la società in questione neppure era iscritta alla Camera di Commercio) e non limitarsi a riscontrare l’adempimento dell’obbligo di trasmissione telematica delle lettere di intenti all’Agenzia delle Entrate.
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