La Cassa ragionieri approva il bilancio consuntivo 2022
Utile al lordo di accantonamenti e rettifiche di valore pari a 186,8 milioni di euro e utile netto di 39,3 milioni: sono questi i numeri del bilancio consuntivo 2022 della Cassa di previdenza dei ragionieri, approvato ieri dall’assemblea dei delegati “a larghissima maggioranza”.
Rispetto all’ultimo assestamento di bilancio, approvato nel novembre scorso, il documento contabile fa registrare numeri positivi soprattutto alla voce contributi. La crescita dei redditi e del volume d’affari registrata nel 2021 (dichiarazioni 2022) ha prodotto una maggiore contribuzione soggettiva di 8 milioni e una maggiore contribuzione integrativa di 6,9 milioni. In più, le tante adesioni al provvedimento di incentivazione alla regolarità contributiva, che permette a chi non ha versato negli anni precedenti di mettersi in regola con agevolazioni dal punto di vista di sanzioni e interessi, ha permesso all’ente guidato da Luigi Pagliuca di recuperare 25,6 milioni di euro.
Nonostante ciò, l’ammontare dei crediti vantati verso gli iscritti rimane ancora molto elevato: 428,4 milioni di euro. Il fondo svalutazione crediti verso iscritti alla fine dell’esercizio ammonta a 225,1 milioni e, per effetto del provvedimento straordinario di incentivazione alla regolarità contributiva, ha subito una riduzione di 40,5 milioni di euro dovuti alla riduzione delle sanzioni e degli interessi applicati agli iscritti aderenti.
Le poste che portano alla rilevazione del risultato lordo di 186,8 milioni sono ascrivibili alle rettifiche di valore dei crediti verso iscritti e conduttori di immobili che assommano a 50,3 milioni di euro circa, alla svalutazione delle immobilizzazioni finanziarie e dei titoli dell’attivo circolante per 97,1 milioni a fronte della perdita di valore ritenute durevoli e dall’accantonamento del fondo oscillazione titoli del circolante per le minusvalenze implicite, mitigati dalla ripresa di valore delle partecipazioni iscritte nell’attivo immobilizzato e circolante per euro 5.3 milioni.
Alla fine del 2022, la Cassa contava 27.289 iscritti tra attivi e pensionati attivi, 550 in meno rispetto all’anno precedente. Proprio per effetto dell’aumento dei redditi e del maggior recupero di crediti arretrati, il totale dei contributi è però aumentato rispetto al 2021, passando da 327,9 a 365,4 milioni.
In tutto, l’ente ha erogato 10.928 pensioni (dirette e indirette), 393 più del 2021. Nonostante il lieve decremento delle prestazioni (-2,11% in meno rispetto alla previsione assestata), la spesa previdenziale si è attestata a 247,5 milioni a fronte di una previsione assestata di 247,3 milioni, mentre la spesa assistenziale è stata di 6,7 milioni a fronte di una previsione assestata di 7,6 milioni.
Il patrimonio investito è pari a 2.314,3 milioni di euro a fronte di una valutazione a mercato di 2.281,1 milioni di euro. A causa dell’eccessiva volatilità del mercato, gli investimenti mobiliari hanno fatto registrare rendimenti negativi pari al -12,6% a fronte del +10,28% dell’anno 2021.
I dati relativi al primo trimestre 2023, però, sembrano più incoraggianti. “Il maggior clima di fiducia – scrive l’ente nel comunicato stampa diffuso ieri – dovuto ai primi segnali di contrazione dell’inflazione, nonché al superamento della crisi energetica attraverso la diversificazione geografica degli approvvigionamenti del gas in Europa, ha conseguito una ripresa del valore degli investimenti con ritorno al rendimento positivo dal 1° gennaio 2023 al 14 aprile pari al 3,69% del portafoglio investito mediante le gestioni patrimoniali a fronte di un rendimento dell’AAS del 4,14%”.