Spazio alla contrattazione collettiva nella disciplina del contratto a termine
Il DL 48/2023 ha confermato il ruolo delle parti sociali, ma la nuova formulazione sulle causali si presta a dubbi interpretativi
La riforma del contratto a termine ad opera del DL 48/2023 continua a dare spazio alle parti sociali nella disciplina del rapporto a tempo determinato, anche se questo spazio non è stato fino ad ora utilizzato in modo sistematico dalla contrattazione collettiva, soprattutto a livello territoriale e nazionale, mentre nell’esperienza pratica non sono mancate iniziative a livello aziendale.
Il decreto “Lavoro” non è intervenuto sulla previsione di cui al secondo comma dell’art. 19 del DLgs. 81/2015, secondo cui la durata massima del rapporto a termine, anche per effetto di una successione di contratti e compresi i periodi di somministrazione, non può superare i 24 mesi, “salve le diverse disposizioni dei contratti collettivi”. Resta ferma, quindi, la possibilità
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