Camuffati nella manovra tornano gli elenchi clienti-fornitori
Tra i tanti punti di ampio respiro della manovra finanziaria in itinere, ce n’è uno che sarà forse di piccolo cabotaggio, ma merita di essere attentamente monitorato da chi, come i dottori commercialisti e gli esperti contabili italiani, finisce per essere generalmente trattato come la “discarica gratuita” di tutti gli adempimenti fiscali di natura telematica che legislatore e Agenzia delle Entrate di tanto in tanto partoriscono, a volte con cognizione di causa, a volte no.
Nell’articolo 21 della bozza, presentata l’altro giorno ufficialmente al Paese dal Presidente del Consiglio e dal Ministro dell’Economia, si legge infatti che “Con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate sono individuate modalità e termini, tali da limitare al massimo l’aggravio per i contribuenti, per la comunicazione telematica delle operazioni rilevanti ai fini dell’imposta sul valore aggiunto, di importo non inferiore a euro tremila. Per l’omissione delle comunicazioni, ovvero per la loro effettuazione con dati incompleti o non veritieri si applica la sanzione di cui all’articolo 11 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471”.
Di cosa si dovrebbe trattare esattamente, non è per ora dato saperlo.
Un invio telematico all’Agenzia delle Entrate di tutte le fatture emesse dai soggetti passivi IVA (imprese e liberi professionisti) con un imponibile superiore a 3.000 euro?
Un elenco riepilogativo di tutte le fatture emesse con imponibile superiore al predetto importo in un dato arco temporale, mensile o trimestrale?
Oppure, più banalmente, siamo di fronte a una surrettizia re-introduzione degli elenchi dei clienti e fornitori, attuata con una poco interessante franchigia oggettiva (operazioni rilevanti over 3.000 euro) e senza nessuna assai più auspicabile franchigia soggettiva?
Ma sì dai, è proprio questo: si reintroducono gli elenchi dei clienti e fornitori senza nemmeno il coraggio di dirlo chiaramente e senza il buon gusto di parlarne prima con chi è direttamente interessato da questo tipo di scelte non solo in quanto contribuente, ma anche in quanto intermediario fiscale.
Toccherà ovviamente al provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate chiarire modalità e termini, ma è indubbio che l’excusatio non petita insita nell’inciso “tali da limitare al massimo l’aggravio per i contribuenti” è sufficiente già di per se stessa a far tremare i polsi.
Ricordiamo poi che questo possibile (probabile) nuovo adempimento IVA telematico va ad aggiungersi a quello dei modelli INTRASTAT (quelli italiani sono noti per essere tra i più astrusamente complessi) e delle dichiarazioni di intento ricevute dagli esportatori abituali, oltre ovviamente a quello della dichiarazione annuale.
Essendo mancato un coinvolgimento preventivo, è auspicabile attendersi che almeno il provvedimento con cui saranno fissati termini e modalità “tali da limitare al massimo l’aggravio per i contribuenti” sia previamente concordato, nelle sue linee guida, con i professionisti di fiducia dei contribuenti, ossia coloro che, nella generalità dei casi, dovranno materialmente procedervi.
Altrimenti, visto che queste scelte normative e questi provvedimenti dimenticano sistematicamente di prevedere un compenso a carico dell’amministrazione ed a favore del professionista, tanto vale che questa volta venga espressamente previsto il divieto per i contribuenti di ottemperare a questo ennesimo adempimento per il tramite di un intermediario fiscale.
Così ce ne stiamo un po’ tranquilli, dando al contempo modo ai nostri clienti di scoprire le piacevolezze del fisco telematico e all’Agenzia delle Entrate di scoprire il prezzo della sua informatizzazione, sino ad oggi pagato da altri.
Perché, come dice una celebre canzone, gli altri siamo noi.
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