Il condono tombale non sana i crediti IVA inesistenti
La definizione agevolata dell’IVA ha effetto sulle posizioni debitorie, ma non sui crediti, soggetti al diritto di contestazione da parte del Fisco
Non è fondato il ricorso del contribuente che, essendosi avvalso del condono tombale, invochi – richiamando l’art. 9 della L. 27 dicembre 2002, n. 289 (“Definizione automatica per gli anni pregressi”) – l’inammissibilità dell’avviso di accertamento relativo ad un credito IVA derivante da operazioni fittizie. È questo il principio affermato dalla Corte di Cassazione - Sezione Tributaria, con sentenza n. 18942 del 10 giugno 2010, depositata ieri.
I supremi giudici ritengono, infatti, che – pur in presenza di un’adesione agevolata – l’Amministrazione finanziaria conservi il diritto di contestare il credito IVA, come peraltro desumibile dalla formulazione dell’art. 9, comma 9, della L. n. 289/2002: “La definizione automatica non modifica
...Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41