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FISCO

Il condono tombale non sana i crediti IVA inesistenti

La definizione agevolata dell’IVA ha effetto sulle posizioni debitorie, ma non sui crediti, soggetti al diritto di contestazione da parte del Fisco

/ Sandro CERATO e Michele BANA

Mercoledì, 1 settembre 2010

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Non è fondato il ricorso del contribuente che, essendosi avvalso del condono tombale, invochi – richiamando l’art. 9 della L. 27 dicembre 2002, n. 289 (“Definizione automatica per gli anni pregressi”) – l’inammissibilità dell’avviso di accertamento relativo ad un credito IVA derivante da operazioni fittizie. È questo il principio affermato dalla Corte di Cassazione - Sezione Tributaria, con sentenza n. 18942 del 10 giugno 2010, depositata ieri.

I supremi giudici ritengono, infatti, che – pur in presenza di un’adesione agevolata – l’Amministrazione finanziaria conservi il diritto di contestare il credito IVA, come peraltro desumibile dalla formulazione dell’art. 9, comma 9, della L. n. 289/2002: “La definizione automatica non modifica

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