ACCEDI
Lunedì, 12 maggio 2025 - Aggiornato alle 6.00

LETTERE

Incarichi sindacali negli enti locali: la riduzione dei compensi non fa «notizia»

Venerdì, 29 ottobre 2010

x
STAMPA

Caro Direttore,
leggo una lunga serie di interventi sulla questione del numero di incarichi sindacali.
Leggo invece molto poco o niente a proposito della remunerazione degli stessi incarichi.
Molto poco a proposito della possibilità (per la stragrande maggioranza dei colleghi) di applicare in concreto le nuove tariffe.
Niente circa la riduzione di legge (DL 78/2010) del 10% dei compensi per i revisori di enti locali e società a capitale pubblico.
Ho l’impressione che si tratti di argomento che in realtà interessa molto poco (meglio: per niente) il nostro Consiglio nazionale.

Vorrei fare presente che negli ultimi anni, specie da quando la Corte dei Conti ha iniziato a svolgere in modo sistematico la sua funzione di controllo, il nostro carico di lavoro si è quasi raddoppiato (basti pensare alla compilazione dei questionari su previsione e conto consuntivo e al lavoro che ne consegue nella fase di verifica).
Dall’altra parte il compenso (fissato con un decreto del 2005) è rimasto invariato, quando addirittura non è già stato ridotto.
Quello che in questi ultimi anni (successivi a quel 2005) ho notato è una duplicazione (non remunerata) di adempimenti che, oltre a sovraccaricare i revisori di lavoro, rischia anche di sottrarre tempo e risorse ad attività di controllo ben più meritevoli di attenzione. In qualche caso siamo anche arrivati a ripetere lo stesso lavoro per ben tre volte: mi riferisco a molti dati che prima inseriamo nelle nostre relazioni, poi trasferiamo nei questionari della Corte dei Conti e, da quest’anno (in alcuni casi, e per ora in via sperimentale), dobbiamo caricare in una procedura in internet (il SIQUEL).
Quindi, non bastava essere sottopagati, ma arriva pure la riduzione del 10% per legge.

Ricordo nei commenti estivi sulla nuova tariffa predisposta dal CNDCEC che i compensi dei revisori devono essere adeguati e idonei a garantirne l’indipendenza.
A ben guardare, invece, questa riduzione sembra un invito a limitare il nostro impegno, se proprio non la vogliamo leggere come un segnale politico di insofferenza verso il nostro impegno e di indifferenza verso i rischi che ci accolliamo lavorando negli enti locali.

Sergio Moretti
Dottore Commercialista in Jesi (AN)

TORNA SU