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LETTERE

Invochiamo la semplificazione fiscale e un rapporto paritario col Fisco

Martedì, 1 novembre 2011

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Caro Direttore,
il collega Andrea Bongi di Pistoia (si veda “Come categoria, non possiamo perdere altri treni di fronte all’opinione pubblica”) lamenta quanto sia distorta l’immagine del dottore commercialista presso la pubblica opinione. Ne va fiero, di contro, il collega Alberto Arrigoni di Milano (“La rabbia, ma soprattutto l’orgoglio di essere commercialista”).

Tant’è, cosa aggiungere?
Personalmente, so solo che la civiltà di un Paese si misura, per quel che ci interessa, dal basso numero di sentenze, dal basso numero di circolari ministeriali e così via, ovvero da quanto è semplice il sistema fiscal-amministrativo.
I professionisti devono credere nelle proprie capacità e lo Stato deve permettere loro di esercitarle al meglio, a servizio dei clienti, il nostro pane quotidiano.

Dobbiamo invocare, innanzitutto, la semplificazione fiscale e un rapporto paritario col Fisco, e finirla di trincerarci dietro il falso convincimento di una (mai dimostrata) equivalenza “regole più semplici, meno lavoro”. Migliorerebbero la qualità della nostra vita e i rapporti con il cliente, che saprebbe di poter contare su un Fisco umano.

Anche i clienti imprenditori scontano il falso sentire di essere degli evasori potenziali, “fino a prova contraria”. A proposito, l’evasione si è contratta con la complicazione normativa degli ultimi venti anni? No.
Si badi bene: i clienti ci chiedono, per primi, la semplificazione. A noi dargliela, siamo noi gli esperti, anche in contrapposizione tra Categoria (nei suoi enti esponenziali) e potere politico: la storia insegna che i compromessi non ci hanno mai portato alcun beneficio.

Intendiamoci, semplificazione e parità col Fisco reali ed effettive. Propongo due esempi, tra mille: perché non un modello UNICO fisso per almeno tre anni? Senza più aggiornamenti da rincorrere e con la possibilità di spedire la dichiarazione già da gennaio. La seconda proposta riguarda l’IRAP dei “piccoli”, su cui il Consiglio nazionale tace, mi pare: il professionista non potrebbe certificarne i requisiti in UNICO, attestando, in assoluta terzietà, la veridicità dei dati aziendali? E qui, invece, il Consiglio nazionale si sta muovendo. Quanto meno contenzioso avremmo!  

La nostra tolleranza verso il Legislatore (ancora mi ostino a chiamarlo così) trova una ragione anche in quella tendenza del mondo professionale a identificarsi in una cultura conservatrice e fortemente individualistica, considerando persino “sovversivo” chi propone profondi cambiamenti in senso innovativo e liberale. Come se le problematiche del lavoro professionale fossero monopolio dei grandi studi, cui magari la complessità fa anche comodo. Non esiste.

La tendenza (giusta) di questi anni verso un’aggregazione degli studi ha forse condotto a qualche forma di sostanziale miglioramento del livello di benessere generale della Categoria, cioè di tutti? Cosa non ha funzionato, dato che non c’è stata alcuna semplificazione?
Non vorrei si finisse con l’assecondare il malcostume politico odierno, che è il solo responsabile, nel vuoto propositivo generale (e generazionale), di una legislazione a dir poco immorale.
Spazio quindi ai piccoli studi, alle menti propositive e innovative dei giovani, e delle donne in particolare: chissà non siano loro a salvarci.

E impariamo, infine, a livello istituzionale, a comunicare, a dire e a contraddire pubblicamente: ciò potrà incidere fortemente anche nella formazione sociale delle coscienze, rese così capaci di indignazione, protesta e proposta. Con piacere, ascolto gli interventi del Presidente Siciliotti alla TV, un buon inizio.
Che bello sarebbe sentir dire, nelle piazze: “È così, lo dicono i commercialisti”.
Come liberi professionisti, quindi “liberi” e “professionisti”, non rispondiamo di fronte ai poteri forti, ma ad interessi diffusi. Di ciò dobbiamo essere orgogliosi, ma con regole certe, in quanto semplici e praticabili.


Gianpietro Confente
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Vicenza

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