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IL CASO DEL GIORNO

Gli atti di reintegrazione della legittima sono «mortis causa»

/ Anita MAURO

Mercoledì, 1 febbraio 2012

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Nel nostro ordinamento, non è possibile disporre a proprio completo piacimento dei propri beni, in caso di morte. Infatti, il Codice civile (artt. 536 e ss. c.c. ) riserva ad alcuni soggetti legati da un vincolo di parentela particolarmente forte con il defunto (coniuge, figli e ascendenti) una quota di eredità, anche contro la volontà del defunto.

Pertanto, nel caso in cui, nel testamento, il defunto abbia del tutto trascurato uno degli eredi legittimari (così si chiamano i soggetti cui il codice civile riserva una quota di eredità), ovvero abbia attribuito loro una quota ereditaria inferiore a quella spettante per legge, questi possono proporre in giudizio l’azione di riduzione, per ottenere quanto il defunto non ha voluto attribuire loro.
Peraltro, la dottrina ammette la possibilità ...

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