La Cassazione mette in difficoltà gli amministratori di società di capitali
Per la sentenza 1100 del 17 gennaio, difetta l’interesse ad impugnare gli atti per violazioni della società, ma i precedenti non sono univoci
Sovente accade che un amministratore di società di capitali, o un liquidatore, o anche un socio di società di persone, riceva atti riferibili alla società da questi amministrata, “per conoscenza” e/o in vista di una sua successiva responsabilità solidale.
È palese che detto comportamento allarma non poco i rappresentanti legali, i quali, sebbene sappiano che, nel caso delle società di capitali, non devono mai rispondere delle obbligazioni sociali, né a titolo d’imposta né, tantomeno, a titolo sanzionatorio, magari sono spaventati dalla potenziale definitività dell’atto, conseguente all’omessa impugnazione.
La recente sentenza n. 1100 dello scorso 17 gennaio, in maniera alquanto lapidaria, afferma, richiamando alcuni precedenti, che l’amministratore difetta ...
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