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Dietrofront della Cassazione sull’appello del «contumace involontario»

Per i giudici, si applica sempre l’art. 38 del DLgs. 546/92, quindi non è ammessa la rimessione in termini per il contribuente

/ Alfio CISSELLO

Mercoledì, 16 ottobre 2013

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Con la sentenza 6048/2013 la Corte di Cassazione aveva affermato che mediante la rimessione in termini (art. 153 c.p.c. ) il contribuente sarebbe stato ammesso ad appellare la sentenza anche decorso il termine “lungo” qualora, congiuntamente, la segreteria avesse omesso di comunicare sia la data di trattazione dell’udienza sia il dispositivo della sentenza (si veda “Rimessione in termini estesa al termine «lungo» per l’appello” dello scorso 16 marzo).

Ora, con la pronuncia 23323 depositata ieri, la Suprema Corte fa dietrofront sul principio appena enunciato, valorizzando l’art. 38 del DLgs. 546/92.
Tralasciando potenziali rilievi sulla nomofilachia, il cui rispetto presupporrebbe orientamenti meno altalenanti, la conclusione a cui sono pervenuti i giudici ...

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