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EDITORIALE

Per lo spesometro, o tutti o nessuno

/ Michela DAMASCO

Sabato, 26 ottobre 2013

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Di solito, quando si scrive un editoriale, si pensa di parlare alla maggior parte dei propri lettori: per Eutekne.info, i commercialisti.
Non è questo il caso e, se siete commercialisti, potete evitare di leggere quanto segue perché diremo cose per voi tristemente note.
Questo editoriale è indirizzato ai clienti dei commercialisti, ai funzionari dell’Agenzia, ai politici e, in generale, a tutti coloro che trovano inspiegabile il senso di frustrazione di un’intera categoria verso adempimenti che, teoricamente, dovrebbero essere fonte di guadagno.

Ieri, sul sito dell’Agenzia delle Entrate, è stata pubblicata la versione software: 1.0.0 relativa al modulo di controllo per la trasmissione delle comunicazioni polivalenti, meglio noto come spesometro (si veda “Confermata la scadenza dello spesometro” di oggi).

Di cosa si tratta? A decorrere dal 1° gennaio 2012, per le operazioni per le quali viene rilasciata fattura, occorre comunicare, per ciascun cliente e fornitore, tutte le operazioni effettuate, indipendentemente dall’importo.
Questo invio deve essere fatto esclusivamente in via telematica, direttamente dal contribuente oppure da un intermediario entro il 12 novembre 2013 (per i mensili).

Il software che è stato rilasciato ieri dall’Agenzia è abbastanza importante, perché consente di controllare le comunicazioni ed evidenziare eventuali errori: senza quel software non si può spedire nulla. Per questo, visto il ritardo nel rilascio, molti si aspettavano un rinvio della prima scadenza. Si badi, non perché i contribuenti e i loro consulenti sono una massa di oziosi ritardatari, ma perché mancavano gli strumenti necessari.
Gli adempimenti fiscali sono come una staffetta. La prima batteria la corre il legislatore e, in genere, se la prende molto comoda. Poi tocca all’Agenzia e, per com’è strutturato il sistema fiscale oggi in Italia, deve scrivere le norme attuative e poi eventualmente spiegarle al contribuente (terza frazione). Poi, c’è l’ultimo tratto, quello che deve correre il contribuente. Però, se chi viene prima ha avuto il passo della lumaca, l’ultimo staffettista, anche se è Usain Bolt, arriverà sempre in ritardo.

Torniamo allo spesometro e alla scadenza di novembre. Da una dichiarazione del Direttore dell’Agenzia delle Entrate ad un convegno a Salerno (nessun comunicato, men che meno una circolare), si è intuito che la proroga non ci sarebbe stata; per contro, ci sarebbe stato un atteggiamento comprensivo del Fisco verso gli errori dei contribuenti.

Ora, premesso che la clemenza è cosa per sudditi e non per cittadini, non sarebbe stato meglio avere le specifiche tecniche dei controlli due mesi fa, in modo da preparare con calma il lavoro e rispettare serenamente la scadenza?
La risposta ci pare ovvia; invece, il programma di controllo è arrivato ieri pomeriggio. Il che significa che le società di software lo analizzeranno lunedì prossimo, e siamo al 28 ottobre, e rilasceranno i software definitivi a metà della settimana prossima.
Si arriva così ai primi di novembre. Quindi, se riteniamo che i commercialisti e i loro collaboratori non abbiano diritto alle festività, ci sono 12 giorni lavorativi, altrimenti i giorni per controllare e mandare questi benedetti spesometri sono molti meno.

Non manca un “colpo di scena” finale. Di proroga, in realtà, si sta parlando per l’invio delle comunicazioni da parte della Pubblica Amministrazione.
Non entriamo nel merito delle ragioni sottostanti, che saranno sicuramente legittime, al pari del diritto degli altri contribuenti di festeggiare Ognissanti e almeno le domeniche.
Questa seconda proroga, senza la prima, non deve però passare. Vorrà dire che, se la Pubblica Amministrazione non potrà inviare, si applicheranno le sanzioni da 258 a 2065 euro a comunicazione.

In fondo, la legge non è uguale per tutti?

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