La geografia territoriale degli Ordini è stata affrontata in modo superficiale
Gentile Redazione,
venerdì scorso avete pubblicato un articolo dal titolo “Tempi lunghi per il rinnovo del CNDCEC” in cui si fa ancora una volta riferimento alla questione della nuova geografia territoriale degli ODCEC, a seguito della nuova geografia giudiziaria introdotta con la cd. riforma dei Tribunali.
Su tale questione l’ODCEC di Avellino ha inviato al Ministero della Giustizia una “Richiesta di incontro Urgente” per poter esporre e rappresentare il proprio punto di vista sulla problematica che interessa anche il proprio territorio di competenza.
Premesso che, secondo noi, la questione finora è stata affrontata in modo superficiale sia dal CNDCEC che dal ministero competente, dobbiamo ricollegarci necessariamente alle richieste (l’ultima di pochi giorni orsono) pervenute ad alcuni ODCEC territoriali da parte del nostro CNDCEC, su impulso del Ministero della Giustizia, tese a conoscere il numero degli iscritti aventi residenza e/o domicilio nei territori rientranti nella competenza di Tribunali soppressi, nel nostro caso accorpato al Tribunale di altra provincia (Tribunale di Ariano Irpino accorpato a quello di Benevento).
Il problema ha origine da un equivoco sulla corretta interpretazione della norma, art. 7 del Capo II del DLgs. 139/2005, mai modificato, la quale al comma 1 prevede che “in ciascun circondario di tribunale è istituito un Ordine territoriale qualora vi risiedano o hanno il domicilio professionale almeno duecento tra dottori commercialisti ed esperti contabili e ne facciano richiesta almeno cinquanta”.
Ma il comma 2 del medesimo articolo prevede che “in ogni caso ed indipendentemente dai numeri minimi di cui al comma 1, è costituito un Ordine territoriale in ogni capoluogo di Provincia”, per cui è evidente, anche in virtù di una interpretazione sistematica della normativa, che la soluzione prescelta dal legislatore è quella di identificare gli Ordini come provinciali e quindi con una articolazione territoriale coincidente con il territorio della provincia stessa.
Su tale questione il Consiglio dell’ODCEC di Avellino ha da tempo avviato una serie di attività che non hanno purtroppo trovato la dovuta diffusione mediatica, ma che riteniamo opportuno far conoscere ai colleghi interessati (tra cui una formale diffida al CNDCEC ed al Ministero competente, l’Assemblea degli iscritti, la formulazione di una parere legale, la raccolta di autocertificazione degli iscritti coinvolti nella fattispecie con le relative dichiarazioni di volontà).
Francesco De Blasi
Segretario dell’ODCEC di Avellino
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