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Le presunzioni tributarie da sole non provano la commissione del reato

Per la Cassazione, ci vogliono elementi di riscontro, come operazioni non regolarmente contabilizzate, che diano certezza della condotta criminosa

/ Ciro SANTORIELLO

Venerdì, 7 marzo 2014

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La Cassazione, con la sentenza n. 10811 di ieri, 6 marzo 2014, si sofferma sulla valenza, nel processo penale, delle cosiddette presunzioni tributarie, come ad esempio quella prevista dall’art. 32, comma 2 del DPR n. 600/73, in specie nella parte in cui afferma che i prelevamenti e gli importi riscossi nell’ambito dei predetti rapporti o operazioni sono posti come ricavi o compensi a base delle stesse rettifiche e accertamenti se il contribuente non ne indica il soggetto beneficiario e sempre che non risultino dalle scritture contabili.

Da tempo si discute su tale questione. L’opinione assolutamente prevalente, tanto in giurisprudenza (cfr. Cass. nn. 25142/2009, 4589/2009 e 430/2008) che in dottrina, è nel senso che la norma in discorso pone due presunzioni relative, ...

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