Le presunzioni tributarie da sole non provano la commissione del reato
Per la Cassazione, ci vogliono elementi di riscontro, come operazioni non regolarmente contabilizzate, che diano certezza della condotta criminosa
La Cassazione, con la sentenza n. 10811 di ieri, 6 marzo 2014, si sofferma sulla valenza, nel processo penale, delle cosiddette presunzioni tributarie, come ad esempio quella prevista dall’art. 32, comma 2 del DPR n. 600/73, in specie nella parte in cui afferma che i prelevamenti e gli importi riscossi nell’ambito dei predetti rapporti o operazioni sono posti come ricavi o compensi a base delle stesse rettifiche e accertamenti se il contribuente non ne indica il soggetto beneficiario e sempre che non risultino dalle scritture contabili.
Da tempo si discute su tale questione. L’opinione assolutamente prevalente, tanto in giurisprudenza (cfr. Cass. nn. 25142/2009, 4589/2009 e 430/2008) che in dottrina, è nel senso che la norma in discorso pone due presunzioni relative, ...
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