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FISCO

Con residenza fiscale trasferita in Italia, valorizzazione dei beni a valori correnti

Criterio da preferire al costo storico anche nell’ipotesi in cui lo Stato dell’incorporata in uscita non applichi un’«exit tax»

/ Marco MARANI

Venerdì, 21 marzo 2014

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Contrariamente al trasferimento all’estero della residenza fiscale, i cui effetti sono regolati dall’art. 166 del TUIR e dal DM 2 agosto 2013, l’assenza di una normativa ad hoc crea per le riorganizzazioni in entrata (quale è una fusione transnazionale con incorporante residente in Italia ed incorporata non residente, ovvero il trasferimento in Italia della residenza fiscale) non pochi interrogativi sul piano fiscale.

Tra questi il principale attiene alla valorizzazione dei beni in entrata ai fini dell’applicazione delle norme, attinenti i criteri di determinazione del reddito d’impresa, che fanno riferimento al parametro del costo fiscale (quantificazione delle plus/minusvalenze patrimoniali, criteri di calcolo degli ammortamenti). L’alternativa da sempre ...

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