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EDITORIALE

Storia di Adriana e del delirio TASI

/ Giancarlo ALLIONE

Mercoledì, 11 giugno 2014

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Adriana ha 74 anni e, come Piero, vive a Casteldilato. Ha appreso dalla parrucchiera che anche gli inquilini devono pagare la TASI. “Cos’è la TASI?”. “Eh, la TASI è una nuova imposta sulle case che serve a finanziare i servizi indivisibili”, ha risposto la sua saccentella vicina di poltrona. “Ma io ho solo la pensione di reversibilità, che non mi permette di arrivare neanche a metà mese. Io non pago niente a nessuno!”.

Ma Adriana è persona perbene. Uscita dalla pettinatrice nella sua mente si affollano domande: “Ma quanto sarà questa tassa? Cosa mi succede se non pago?”. Assorta nei suoi pensieri, entra dal macellaio, il quale sta giusto parlando di TASI, non resiste e chiede chiarimenti. Il macellaio prontamente riferisce che è il proprietario che deve comunicare il valore su cui l’inquilino deve pagare. Mentre torna a casa, le parole “è il proprietario che deve” fanno breccia nel suo cuore. Prende il telefono e chiama Maria, la proprietaria di casa di un anno più giovane di lei: “Signora Maria, dalla pettinatrice dicono che io devo pagare la TASI, e il macellaio dice che lei sa quanto io devo pagare”.

La signora Maria cade dalle nuvole, risponde che non sa, che le farà sapere. Messo giù, Maria agitata telefona al figlio: “Mi ha chiamato l’Adriana, dice che deve pagare la TASI e che io devo dirle quanto deve pagare”. Il figlio, che è nel mezzo di una riunione, risponde in malo modo: “Dille che vada in Comune a farsi fare i calcoli”.
Ma la signora Maria non se la sente di rispondere rudemente ad Adriana. Per sua fortuna, il fratello Michele, di 3 anni più vecchio, ha un alloggetto affittato: “Anche lui ha il mio problema, mi dirà come fare”. Lo chiama subito e lui si rende disponibile ad interessarsi della questione, che poi vuol dire chiedere al suo commercialista.

Vi si reca senza indugio e con lui controllano su internet, trovano la delibera, che dispone:
- versamento in autoliquidazione in 2 rate (tradotto ti devi arrangiare a calcolartela);
- PRESUPPOSTO IMPOSITIVO: possesso o detenzione, a qualsiasi titolo, di fabbricati;
- IMMOBILI LOCATI: il 20% dell’imposta deve essere versata dall’inquilino.

Prosegue poi ineffabile, sempre la delibera: “Per il 2014 l’aliquota è provvisoriamente determinata nell’1 per mille, ma l’Ente può modificare le aliquote entro la data del 30 settembre”.

Il commercialista: “Ecco qua, prenda la base imponibile IMU, calcoli l’1 per mille, poi faccia il 20% e lo divida in due rate. Una la fa versare adesso e l’altra a dicembre, entro il 16. Ma si ricordi di controllare che nel frattempo il Comune non abbia cambiato l’aliquota!”. Replica Michele: “Scusi dottore, ma come si calcola il valore IMU?”. “Eh, deve prendere la rendita, rivalutarla del 5% e poi moltiplicare il tutto per 160”. “E per versare?”. “Beh, per versare deve compilare un F24 e andare in banca. Ecco, prenda il codice tributo dal modello F24 che abbiamo preparato per lei. Le faccio un segnetto sul rigo della TASI”.

Michele, rincuorato dai progressi fatti, torna a casa, va da Maria e... trovato un certificato catastale, inizia il conto: rendita 728,20 euro, più 5% di rivalutazione 780,20 euro, moltiplicato per 160 uguale 131.073 euro, il mitico valore IMU!
Ora può calcolare la TASI: 1 per mille di 131.073 fa 131,07 euro. All’inquilino compete per il 20%, dunque 26,22 euro. La prima rata è pari al 50%, quindi 13,11 euro. Passa così alla compilazione dell’F24, codice fiscale, codice tributo (quello della riga dove il commercialista aveva fatto una “x”) in triplice copia (per fortuna i moduli della banca sono auto-copianti, bisogna solo calcare un po’ quando si scrive).

Orgogliosa, Maria, con l’F24 da 13,11 euro, si reca da Adriana, la quale ritira e ringrazia. Nella quiete della sua cameretta però rimugina: “Ma sarà giusto? La signora Maria non è una commercialista. È meglio che vada in Comune a controllare”.
La mattina dopo, di buon’ora, va con il suo F24 all’Ufficio Tributi di Casteldilato, dopo una coda adeguata alla solennità del momento parla con un’ineffabile signorina la quale non può che rispondere: “Cara Adriana, come faccio a dirle che è giusto? Dovrei sapere i dati catastali dell’immobile che lei occupa e rifare tutto. La cosa più semplice è chiedere al commercialista della padrona di casa”. Adriana esce dall’ufficio ripetendo le parolacce che spesso aveva sentito dire a Piero nei giorni che precedono il 16 giugno. 

Ora, c’è un limite a tutto in questo mondo. Tassare è una cosa, già non delle più simpatiche, perseguitare le persone è un’altra. Obbligare una serie di individui a spendere ore e ore per arrivare a stabilire che devono essere pagati 13 euro è persecutorio.
Se il Padreterno li avesse avuti a disposizione, per piegare l’Egitto avrebbe mandato direttamente qualcuno dei nostri inventori di imposte. Dopo le prime due tasse, il Faraone avrebbe allestito una flotta e guidato personalmente gli Israeliti nella Terra promessa.

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