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EDITORIALE

Sul visto di conformità siamo come i Marines del Presidente Obama

/ Giancarlo ALLIONE

Venerdì, 26 settembre 2014

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Ha fatto immediatamente il giro del mondo la foto del Presidente Barack Obama che saluta i due Marines tenendo in mano il bicchiere con il caffè mentre scende dall’elicottero Marine One.

Un gesto sicuramente non intenzionale: ogni decisione di Obama impatta sul destino di milioni di persone, in certi casi anche sulla loro vita. Posso quindi immaginare che il Presidente degli Stati Uniti sia così sopraffatto dalle preoccupazioni che sia sceso da quella scaletta completamente sovrappensiero.

Eppure, quel gesto ha suscitato una generalizzata legittima riprovazione, semplicemente perché esprime totale assenza di considerazione nei confronti dei suoi interlocutori. Nemmeno al Presidente degli Stati Uniti è permesso di trattare con sufficienza il prossimo. Comportarsi come se non esistesse. Nemmeno nei confronti di due soldati che hanno il semplice compito di fargli il saluto militare quando, appunto, scende dall’elicottero.

Nove mesi fa, l’art. 1, comma 574 della L. 27 dicembre 2013 n. 147 ha esteso l’obbligo di apposizione del visto di conformità anche alle compensazioni di importi superiori a 15.000 euro annui riguardanti le imposte sui redditi, le relative addizionali, le ritenute alla fonte, le imposte sostitutive e l’IRAP.

Questa norma dunque ha ampliato il numero di dichiarazioni rispetto alle quali si rende necessario il visto di conformità, ma per poterlo apporre il professionista deve aver comunicato prima all’Agenzia l’intenzione di farlo e, soprattutto, visti i rischi che l’apposizione del visto comporta, deve sapere esattamente le regole da rispettare e limiti nell’ambito dei quali muoversi.

Ieri, 25 settembre, dopo nove mesi dalla norma che l’ha resa necessaria, a cinque giorni (due dei quali sono sabato e domenica) dal termine per la presentazione telematica delle dichiarazioni, l’Agenzia delle Entrate ha rilasciato sulla materia la circolare n. 28, commentata su Eutekne.info di oggi (si vedano “Visto di conformità semplificato per le dichiarazioni in scadenza” e “Riattribuzione delle ritenute allo studio senza visto di conformità”).

È un mondo complicato per tutti, sono tempi difficili per tutti, l’ipertrofia normativa impatta su tutti i soggetti impegnati in ambito fiscale, ma è davvero arduo non cedere alla frustrazione e alla rabbia di fronte a uno Stato intransigente fino alla ferocia quando pretende il rispetto delle norme dai cittadini e indifferente fino all’irriverenza quando è lui stesso chiamato anche solo a mettere i contribuenti e i loro professionisti in condizione di adempiere in modo civile agli obblighi che lui stesso richiede.

Credo che molti commercialisti italiani, in questo momento, di fronte alla circolare pubblicata ieri sul visto di conformità, si sentano esattamente come quei due Marines.

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