ACCEDI
Sabato, 5 luglio 2025 - Aggiornato alle 6.00

IMPRESA

Punibilità permanente del piccolo imprenditore per reati fallimentari

Esclusa qualsiasi irragionevolezza rispetto al diverso trattamento riservato al caso dell’eliminazione della procedura di amministrazione controllata

/ Maurizio MEOLI

Mercoledì, 29 ottobre 2014

x
STAMPA

download PDF download PDF

È manifestamente infondata (oltre che, nel caso di specie, inammissibile per mancata dimostrazione della sua rilevanza) la questione di legittimità costituzionale dell’art. 150 del DLgs. 5/2006, in relazione all’art. 3 Cost., nella parte in cui non prevede l’abolitio criminis nel caso di bancarotta ascritta a un piccolo imprenditore – per il futuro sottratto alla procedura fallimentare – in relazione afatti antecedenti alla modifica normativa. Non vi è irragionevolezza, infatti, nella diversa soluzione adottata dal legislatore sulla sorte dei reati fallimentari commessi prima della novella del 2006 e basati, da un lato, sull’istituto dell’amministrazione controllata e, dall’altro, sulla figura del piccolo imprenditore. A precisarlo è la Cassazione nella sentenza

...

CONTENUTO RISERVATO AGLI ABBONATI

ABBONANDOTI POTRAI AVERE UN ACCESSO
ILLIMITATO A TUTTI GLI ARTICOLI
ACCEDI

Non sei ancora un utente abbonato
e vuoi saperne di più?

TORNA SU