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Il Governo «apre» a una modifica sulla tassazione delle rendite delle Casse

/ REDAZIONE

Martedì, 4 novembre 2014

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“Ci aspettiamo degli emendamenti, sulla base di questi valuteremo meglio la questione”: così il Ministero dell’Economia, attraverso le parole del Sottosegretario Pier Paolo Baretta, “apre” sul controverso aumento di tassazione a danno delle Casse di previdenza (da 20 a 26% dal 1° gennaio 2015) e dei Fondi pensione (da 11,5 a 20%), quest’ultimo inserito nel Ddl. di stabilità.

I motivi della mossa del Governo, contestata dal mondo previdenziale, AdEPP in testa, andrebbero ricercati in “ragioni di copertura”; tuttavia, Baretta si è detto disponibile a “valutare meglio”, come ha assicurato ieri al termine dell’audizione dell’Associazione degli Enti Previdenziali Privati alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Ddl. di stabilità.

Nel suo intervento, il presidente dell’AdEPP, Andrea Camporese, ha confermato il giudizio fortemente negativo dei 19 presidenti delle Casse previdenziali degli oltre 2 milioni di professionisti (61 miliardi di euro di patrimonio investito) circa l’aumento del prelievo fiscale sulle plusvalenze del risparmio previdenziale, ricordando che in Europa, Francia e Germania in testa, “la tassazione è a zero”. In Italia, invece, il risparmio pensionistico subisce doppia tassazione: “Il 26% sulle plusvalenze e al momento dell’erogazione secondo gli scaglioni IRPEF. In 40 anni di vita media professionale, con il reddito calato in media del 30% negli ultimi cinque anni, la diminuzione del patrimonio in welfare per i professionisti, che non hanno ammortizzatori sociali, è assolutamente importante” ha spiegato.

Le Casse sostengono una spesa di welfare pari a 500 milioni di euro l’anno, con notevoli riduzione di costi per lo Stato. “Occorre capire se si vuole tutelare o punire il risparmio previdenziale – ha aggiunto Camporese –. Rimanere al 20% di prelievo, lo consideriamo il minimo della pena”. Non servirebbero poi coperture “mostruose”: “25-28 milioni di euro l’anno” per lasciare il prelievo al 20%, “qualche decina di milioni di euro in più se si va sotto”, ha indicato. Confermata, poi, la disponibilità degli enti a investire nel sistema Paese: semaforo verde al varo di un “fondo chiuso d’investimento, con dotazione importanti, sull’economia reale, il Paese ne ha estremo bisogno”.

Sul tema, “con il Ministro dell’Economia Padoan l’interlocuzione è andata a fondo. La discussione era in atto prima della manovra – ha precisato il presidente dell’AdEPP – e Padoan ha riconosciuto la validità del ragionamento, che segue peraltro le stesse linee guida dell’OCSE”. (Redazione)

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