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In arrivo il decreto sul credito d’imposta per Casse previdenziali e Fondi

/ REDAZIONE

Giovedì, 12 febbraio 2015

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Sarebbe in dirittura d’arrivo il decreto attuativo della legge di stabilità per il credito d’imposta fino a 80 milioni di euro a favore delle Casse previdenziali dei professionisti e dei Fondi pensione, che possono così compensare in parte l’aumento del prelievo fiscale deciso dalla manovra (26% per le Casse e 20% per i Fondi). “Tempi brevissimi”, è stata l’indicazione del sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, che ha confermato la volontà del Governo di fare presto. “L’intenzione del Ministero è quella di accelerare sul decreto applicativo, l’occasione va colta adesso” ha detto ieri il sottosegretario. In parallelo, poi, “va aperto il tavolo di confronto con gli interlocutori”, Casse e Fondi, su ambiti e natura degli stessi investimenti, comprese le quote.

Nel dettaglio, il provvedimento applicativo, che potrebbe arrivare nel giro di qualche giorno, dovrebbe contenere anche le aree economiche strategiche in cui far convergere la quota di risparmio previdenziale. Fra queste, energie rinnovabili, infrastrutture, ma anche scuole, ferrovie, ospedali; possibile anche il sostegno all’export delle PMI. Accanto all’energia verde e all’infrastruttura digitale del Paese, Baretta – intervenuto ieri a un seminario di Assoprevidenza sugli investimenti alternativi del risparmio pensionistico – ha messo anche la valorizzazione del patrimonio pubblico. “Va costruita una tastiera entro la quale collocare un quadro di riferimento, sulla base dei principi di redditività e condivisione”, ha detto.

Il tetto del credito d’imposta di 80 milioni di euro è, però, considerato dalle Casse “troppo basso”. “A chi andranno, chi arriva prima si prende il vantaggio? – si è chiesto il vicepresidente AdEPP, Giampiero Malagnino – Il governo definisca bene quali sono le sue priorità, su queste costruiamo l’intervento” ha aggiunto, chiedendo però “incentivi fiscali: gli investimenti a medio lungo termine sono scarsamente remunerativi e vanno incentivati con una tassazione, dice l’OCSE, non superiore al 5%, invece qui si arriva al 26%. E se anche quegli 80 milioni venissero utilizzati, arriviamo al 20-21%“.

La soglia degli 80 milioni potrebbe essere innalzata, secondo Baretta, le misure nella prossima legge di stabilità potrebbero cambiare: “Tutto dipende da come verrà sfruttata la misura inserita nella manovra 2015, un’occasione che non va persa”. Si è cercato di trasformare un problema in opportunità, ha spiegato il sottosegretario, riferendosi all’inaspettato aumento di tassazione e “al confronto ancora in corso nel Governo tra due visioni contrapposte, chi considera speculativo il risparmio previdenziale e chi di altra natura. La battaglia – ha detto – non è su ragioni di cassa, ma è culturale e politica”, e non si tratta di risorse irrilevanti: calcolando che il volume complessivo del risparmio previdenziale è di circa 200 miliardi, “un’ipotesi del 10% riversata su settori dell’economia reale vale 20 miliardi, 1,3-1,4 punti di PIL, un contributo straordinario di Casse e Fondi alla ripresa”. (Redazione)

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