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Obbligo di POS, professionisti «divisi» su possibili incentivi e sanzioni

/ REDAZIONE

Martedì, 10 marzo 2015

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Per Consulcesi Group, realtà internazionale leader nel settore medico-sanitario, che si occupa, tra gli altri aspetti, di tutela legale dei medici, il Ddl. n. 1747, contenente disposizioni sull’obbligo, per i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, di dotarsi di adeguati strumenti di pagamento elettronici per pagamenti superiori ai 30 euro, che è stato presentato in Senato e prevede agevolazioni fiscali per chi ottempera all’obbligo e sanzioni via via più salate, fino alla sospensione, per gli inadempienti, “può segnare la vera svolta per incentivare l’utilizzo del POS”.

Ribadendo quanto sostenuto nei giorni scorsi, infatti, a mezzo comunicato la società ha sottolineato ieri che il provvedimento può “completare, una volta per tutte”, la norma introdotta dall’art. 15 comma 4 del DL n. 179/2012, come modificato dall’art. 9 comma 15-bis del DL n. 150/2013.
L’obbligo entrato in vigore dal 30 giugno dello scorso anno – recita il comunicato – non ha infatti trovato la diffusione capillare che ci si aspettava perché priva di sanzioni e incentivi. Secondo Consulcesi Group, attraverso il Ddl. si chiude proprio questa falla, puntando prima di tutto sulla premialità attraverso l’introduzione di detrazioni.

“Il Ddl. presentato in Senato – commenta il presidente del Gruppo Massimo Tortorella – ci sembra contenere quei requisiti fondamentali per garantire il perfetto equilibrio di diritti e doveri tra professionisti e consumatori. Tenendo il polso della categoria abbiamo avuto subito riscontri positivi da parte degli operatori sanitari e crediamo che una normativa sensata possa agevolare l’applicazione della legge. Come già sosteniamo da tempo, ora puntiamo sulle nuove tecnologie: e, su questa strada, proprio i nostri medici hanno scelto Doctorpay”.

Oltre a sollecitare le istituzioni sul tema, con la consulenza dei suoi oltre 60 mila medici, Consulcesi spiega di aver creato una soluzione che consenta ai professionisti sanitari e non solo di adeguarsi alla legge sfruttando le nuove tecnologie a condizioni vantaggiose. Come si legge nel comunicato, attraverso la partnership con Moneynet, si è messo quindi a loro disposizione uno strumento innovativo, che garantisce transazioni alle migliori condizioni, senza costi di canone e attivazione; in più – grazie allo smartphone – si consente di accettare pagamenti ovunque ci si trovi: una serie di fattori che hanno portato già migliaia di medici a sceglierlo.

Intanto, al fronte del “no” alle sanzioni, come i commercialisti, si sono aggiunti ieri gli architetti. Il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori giudica infatti “ingiusta, anacronistica, punitiva e inutile” la possibilità di introdurre sanzioni ai professionisti che non si siano dotati del POS. “Ingiusta – riporta una nota – perché si basa sul presupposto e sul pregiudizio che tutti i liberi professionisti siano evasori fiscali, anacronistica perché impone un’attrezzatura informatica già superata dalla fatturazione elettronica e dai pagamenti effettuabili via smartphone” e “punitiva perché, per quanto riguarda gli architetti, costi e sanzioni andranno a colpire giovani che, come dimostra la ricerca del Cresme sullo stato della professione, hanno redditi mensili che oscillano tra 500 e 1.000 euro, frutto dell’emissione, nella migliore delle ipotesi, di non più di 10 fatture annue”. E, ancora, puntualizza l’Ordine, “inutile”, visto che “non costituisce in alcun modo un deterrente nei confronti dei pagamenti in nero e dell’evasione fiscale”.

Viceversa, chiariscono gli architetti, “l’imposizione della macchinetta Pos sembra avere tutte le caratteristiche di un favore ai suoi produttori e gestori, a scapito di milioni di professionisti”. (Redazione)

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