Voto plurimo da estendere alle «quotate»
Secondo la circolare Assonime n. 10/2015, la giustificazione del divieto del voto plurimo nelle società quotate non sarebbe convincente
Seppure affiancato da opportuni temperamenti, sarebbe auspicabile un ripensamento del divieto di emissione delle azioni a voto plurimo (massimo tre voti, con incrementi anche inferiori all’unità) in società quotate, nelle quali è possibile la sola maggiorazione del voto (massimo due voti, con incrementi anche inferiori all’unità) non trasmissibile, estinguendosi con la cessione delle azioni.
Ad affermarlo è Assonime, nell’introduzione della circolare 7 aprile 2015 n. 10, in relazione al beneficio della maggiorazione del voto, che può essere riconosciuto a ciascuna azione di società quotata appartenuta al medesimo soggetto, per un periodo continuativo non inferiore a 24 mesi, a decorrere dalla data di iscrizione in un apposito elenco previsto nello statuto.
Il divieto di ...
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