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Decreto incentivi alle fonti rinnovabili non fotovoltaiche alla Conferenza Stato-Regioni

/ REDAZIONE

Giovedì, 24 settembre 2015

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Il Ministero dello Sviluppo economico ha anticipato ieri sul proprio sito la bozza di decreto per gli incentivi alle fonti rinnovabili non fotovoltaiche, dall’eolico alle biomasse, atteso da inizio anno. Il testo fissa in 5,8 miliardi il tetto massimo di incentivazione (oltre 5,7 miliardi l’attuale livello già raggiunto dal contatore GSE) e dovrà essere sottoposto al parere dell’Autorità per l’energia e della Conferenza Stato-Regioni.

Nella breve nota che accompagna il testo, il MISE spiega che la norma ha la finalità di sostenere la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili attraverso la definizione di incentivi e modalità di accesso semplici, che promuovano l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità degli oneri di incentivazione nell’ambito degli obbiettivi della Strategia Energetica Nazionale; nonché il graduale adattamento alle Linee guida in materia di aiuti di Stato per l’energia e l’ambiente di cui alla comunicazione della Commissione europea (2014/C 200/01).

Il decreto stabilisce un doppio limite temporale, ponendo allo stesso tempo anche il tetto massimo di risorse a disposizione. Nel testo si legge che “l’accettazione di richieste di accesso ai meccanismi di incentivazione cessa decorsi 30 giorni dal raggiungimento della prima fra le seguenti date: il 1° dicembre 2016” o, in alternativa, “la data di raggiungimento di un costo indicativo massimo degli incentivi di 5,8 miliardi di euro l’anno”. Il raggiungimento di quest’ultima viene comunicata con delibera dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, sulla base degli elementi forniti dal GSE.

Di fatto, quindi, non si scavalcherà la fine del 2016. Il tetto di risorse è molto prossimo al livello della spesa già impegnata e registrata dal GSE. Tuttavia, una delle novità fondamentali del provvedimento sta nella modifica della modalità di calcolo rispetto al precedente decreto del 2012. La spesa misurata con il vecchio decreto conteneva infatti sia la spesa già maturata, relativa agli impianti in esercizio, che la spesa presunta, relativa agli impianti ammessi agli incentivi ma non ancora in esercizio.

Con il nuovo decreto invece per gli impianti non ancora entrati in esercizio si misurerà la spesa presumibilmente effettiva, attribuendo cioè agli impianti una data di entrata in esercizio. In questo modo, l’ammontare dell’incentivo non viene attribuito subito ma viene differito nel tempo, dando modo ai vecchi impianti prossimi a terminare il periodo di incentivazione di uscire dagli incentivi e di far calare la spesa, compensando a quel punto l’entrata in esercizio dei nuovi.

Il decreto, firmato oltre che dal MISE anche dal Ministero dell’Ambiente e delle politiche agricole, dovrebbe ottenere i pareri dell’Autorità e della Conferenza unificata entro ottobre per poi passare all’esame della Commissione Ue ed entrare probabilmente in vigore entro fine anno.(Redazione

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