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Nuova soglia per dichiarazione infedele applicabile anche ai processi in corso

Per la Cassazione viene a mancare un elemento costitutivo del reato e l’insussistenza del fatto esclude ogni rilevanza anche in sede non penale

/ Maria Francesca ARTUSI

Giovedì, 14 gennaio 2016

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La recente riforma del diritto penale tributario influisce anche sui processi in corso. Così si è pronunciata la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 891 depositata ieri, a proposito di una contestazione per infedele dichiarazione ai sensi dell’art. 4 del DLgs. 74/2000.

Il DLgs. 158/2015 – che ha attuato la delega per la revisione del sistema sanzionatorio penale tributario – ha, infatti, modificato la norma citata prevedendo che: “Fuori dei casi previsti dagli articoli 2 e 3, è punito con la reclusione da uno a tre anni chiunque, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, indica in una delle dichiarazioni annuali relative a dette imposte elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo od elementi passivi inesistenti, quando, congiuntamente:

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