Compliance a senso unico nei rapporti tra Agenzia e contribuenti
Caro Direttore,
se il buongiorno si vede dal mattino, il 2016, che avrebbe dovuto rappresentare un anno di svolta nei rapporti tra contribuenti, professionisti e Fisco, parte male!
Il 21 gennaio un comunicato stampa annuncia che in attesa di formalizzazione della proroga – in italiano vuol dire che ad oggi non vi è alcun supporto valido all’affermazione – il termine del 31 gennaio per determinati invii al Sistema TS è differito al 9 febbraio. Un comunicato stampa che richiede un’adesione fideistica del professionista incaricato, che magari ricorda tanti trascorsi di iscrizioni a ruolo per versamenti presunti tardivi in anni passati quando i termini erano stati differiti con altri comunicati stampa.
Il 20 gennaio, la Direttrice dell’Agenzia ha affermato in Parlamento che eventuali ritardi nel trasmettere i dati o errori oggettivi potrebbero non essere sanzionati se derivanti da inosservanze lievi, lasciando quindi l’interprete rigoroso della legge nello sconcerto, dato che si tratta di una valutazione discrezionale della controparte.
Inoltre, si scopre che il famoso 730 precompilato, che avrebbe dovuto alleggerire tanto incombenze e fatiche, non funziona, in quanto le spese farmaceutiche dovranno comunque essere aggiunte dal contribuente agli elaborati dell’Agenzia, e quindi tanto vale fare tutto di nuovo.
Il primo comma dell’art. 10 dello Statuto del Contribuente afferma che i rapporti reciproci tra Amministrazione e contribuente debbono essere improntati a collaborazione e buona fede, ma pare che tale interpretazione venga vista in senso univoco, solo il contribuente deve accettare modifiche di tempi, adempimenti e ruoli senza interloquire, ma operando... In attesa di formalizzazione!
In contemporanea, in Gran Bretagna stanno introducendo l’esenzione da dichiarazioni per un nuovo rapporto tra cittadini e Fisco.
Alberto Arrigoni
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano
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