Sezioni Unite senza sforzi interpretativi sul contraddittorio
I giudici liquidano il problema senza un richiamo esaustivo ai precedenti e vanificano la nomofilachia
Sono ben 46 le pagine della sentenza n. 24823/2015, con cui le Sezioni Unite hanno stabilito che non esiste nell’ordinamento interno un obbligo generalizzato di contraddittorio per qualsivoglia tipologia di controllo e accertamento, come quelli “a tavolino”, a differenza di quanto previsto, invece, dalle norme e dalla giurisprudenza comunitaria in materia di tributi armonizzati, quale è l’IVA (la questione, ad oggi, pende pure dinanzi alla Corte Costituzionale, si veda “Alla Consulta il contraddittorio «a macchia di leopardo»” del 20 gennaio 2016).
Le attese per questa pronuncia erano elevate, tanto che pure solo il numero delle pagine ha subito indotto qualcuno, compreso chi scrive, ad aspettarsi chissà quale statuizione di principi di diritto, nonché la
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