Dall’Agenzia chiarimenti sul Patent box, Longobardi: «Può facilitare la tax compliance»
Con la circolare n. 11 di oggi, redatta in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo economico, l’Agenzia delle Entrate chiarisce i dubbi sollevati da associazioni di categoria e professionisti sul Patent box, l’agevolazione per i redditi derivanti dall’utilizzo di software, disegni e modelli, brevetti industriali, marchi e know-how introdotta dalla legge di stabilità 2015 e successivamente modificata dal DL n. 3/2015 e dalla legge di stabilità 2016, e illustra le principali caratteristiche del regime.
Tra gli aspetti presi in esame rientrano la definizione dei beni immateriali agevolabili, i metodi di calcolo dell’agevolazione, la determinazione del reddito agevolabile e l’oggetto dell’accordo preventivo.
La pubblicazione della circolare è stata annunciata questa mattina dalla Direttrice dell’Agenzia Rossella Orlandi, nel corso del convegno “Patent box: confronto con l’Agenzia delle Entrate” svoltosi a Milano, al quale ha partecipato anche il Presidente del CNDCEC Gerardo Longobardi.
“Il regime di Patent box è una misura fiscale arrivata nel nostro Paese con eccessivo ritardo, ma che ha innegabili riflessi positivi sul tax rate aziendale e che va apprezzata per i suoi aspetti procedimentali basati su una collaborazione preventiva tra Fisco e contribuenti che secondo noi deve divenire sempre più la stella polare nei rapporti con l’Erario – ha detto Longobardi nel corso del convegno –. La logica che ispira il Patent box può facilitare la tax compliance dei contribuenti. Tale agevolazione individua un nuovo approccio all’azione di contrasto all’evasione che privilegia, almeno nelle intenzioni, un modello di cooperazione basato su un potenziato rapporto di fiducia reciproco. I contribuenti vengono infatti coinvolti in maniera attiva già nella fase anteriore a quella di predisposizione delle dichiarazioni, in modo da facilitare l’adempimento spontaneo e favorire il tax planning delle imprese”.
“Quello della pianificazione dell’impatto fiscale degli investimenti – ha concluso – può essere uno dei fattori per migliorare il contesto generale in cui si troveranno ad operare le imprese nel nostro Paese”.
Sul numero di Eutekne.info di domani ci sarà il primo di una serie di approfondimenti sulla circolare.
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