Possibile arrivo in aula alla Camera del Jobs Act degli autonomi questo mese
La Commissione Lavoro della Camera intende portare in Aula il Ddl. sul lavoro autonomo “a gennaio”: lo ha detto il presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano (Pd), ieri, aprendo il ciclo di audizioni sul testo del cosiddetto Jobs Act degli autonomi, già approvato al Senato. La Commissione ha ascoltato rappresentanti di associazioni sindacali, di Confindustria e dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL).
La segreteria confederale della CGIL Tania Scacchetti ha sottolineato che il testo “risponde a molte delle questioni proposte dai lavoratori autonomi e dai professionisti”, ma “ci pare siano assenti misure che possano tutelare la parte più debole del lavoro autonomo”, in particolare “il tema del sostegno al reddito per eventuali periodi di crisi”.
La CGIL ha inoltre segnalato “la necessità di confermare il carattere volontario e reversibile dell’accordo che prevede il lavoro agile”, e che ciò venga regolato attraverso “la contrattazione”. Il sindacato chiede inoltre “il riconoscimento dei diritti specifici, quali, ad esempio, il diritto alla disconnessione” del lavoratore, nonché la “protezione dei dati” che lo riguardano e la tutela della sua riservatezza.
Per la CISL (con il segretario confederale Gianluigi Petteni), invece, serve “più coraggio”, perché il testo “riconosce diritti e tutele fondamentali, obbligo di forma scritta, certezza dei pagamenti, deducibilità delle spese per la formazione professionale”, ma occorrono “prestazioni assistenziali di portata più ampia, in particolare per gli iscritti alla Gestione separata dell’INPS che rappresentano, nell’ambito del vasto mondo del lavoro autonomo, quelli più bisognosi di tutela”.
Ancora, secondo la UIL, rappresentata dal segretario confederale Guglielmo Loy, è “apprezzabile” l’estensione di diritti e tutele contenuta nel Ddl., però può essere anche ipotizzata la “costruzione e costituzione, così come per i lavoratori dipendenti, o per gli stessi professionisti regolati da sistemi ordinistici, di un fondo di natura mutualistico-assicurativa”, che sia “alimentato da un contributo obbligatorio a carico principalmente del committente”.
Il Ddl. potrebbe poi essere l’occasione per affrontare un tema molto attuale, ossia quello dei “rapporti di lavoro che nascono da piattaforme digitali”, una questione che riguarda sempre più persone che svolgono prestazioni attraverso le app.
Lato impresa, il direttore dell’area Lavoro e Welfare di Confindustria, Pierangelo Albini, ha sottolineato che sarebbe opportuno “riflettere” sulla norma del Ddl. che prevede una delega al Governo, affinché individui delle funzioni della P.A. da devolvere ai professionisti iscritti agli Ordini.
Per il presidente dell’ANPAL Maurizio Del Conte, infine, il Jobs Act degli autonomi costituisce un “atto di estrema importanza”, che “colma alcune lacune dell’ordinamento, sia sotto il profilo del lavoro autonomo, che di quello subordinato” svolto con modalità diverse da quelle tradizionali. Fra le leve del provvedimento che il presidente ha definito “importanti” c’è la “deducibilità delle spese di formazione” sostenute dai liberi professionisti e dai lavoratori autonomi.
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