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Domenica, 18 maggio 2025

LETTERE

Gli Ordini dovrebbero controllare il rispetto degli obblighi antiriciclaggio

Venerdì, 13 gennaio 2017

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Egregio Direttore,
in relazione alle giuste proteste della categoria contro la normativa antiriciclaggio (si veda “Più che sullo spesometro, dobbiamo batterci sulla normativa antiriciclaggio”), credo che una possibile risposta debba nascere proprio all’interno del nostro Ordine professionale.

Nell’art. 8 del decreto che regola la materia (DLgs. n. 231/2007) è scritto chiaramente che i controlli devono essere effettuati da “i collegi e gli ordini professionali competenti”. Nel documento del Consiglio nazionale “Antiriciclaggio: il ruolo degli ordini professionali alla luce del d.lgs. 21 novembre 2007, n. 231”, emanato a febbraio del 2008, era evidenziato come “il legislatore abbia inteso attribuire un ruolo di assoluto rilievo agli ordini professionali. Su questi ultimi, infatti, graverà il difficile compito di controllare (e, prima ancora, di promuovere) l’osservanza degli obblighi posti dal decreto da parte dei professionisti iscritti nei propri albi”.
Dopo di questo, nulla.

Perché allora il Consiglio nazionale non si fa promotore di una grande iniziativa volta a fare in modo che siano gli Ordini stessi (magari dietro pagamento di una quota da ciascun iscritto oppure utilizzando le riserve di cui l’Ordine stesso potrebbe disporre) ad effettuare i controlli?


Nicola Iorio
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Imperia

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