Lotta all’evasione, nel 2016 recuperati 19 miliardi
Il 2016 è stato un anno record per il recupero dell’evasione pregressa con 19 miliardi di euro, “il maggiore risultato mai conseguito dall’istituzione” dell’Agenzia delle Entrate: lo ha detto la direttrice Rossella Orlandi, nel corso di un’audizione in Commissione Finanze alla Camera. Rispetto al 2015 (14,9 miliardi) si registra un aumento del 28%, mentre rispetto al 2007 (6,4 miliardi) la cifra è triplicata. Dei 19 miliardi, 10,5 derivano da attività di controllo sostanziale (è inclusa la voluntary disclosure) mentre otto sono frutto di attività di liquidazione.
“Si tratta – ha proseguito Orlandi – di un’attività su cui abbiamo investito molto per affinare le nostre capacità di estrazione e di analisi ed evitare, quindi, l’invio di avvisi imprecisi o inesatti”.
Nei 10,5 miliardi sono inclusi anche gli incassi da attività di accertamento relativa alla prima voluntary disclosure: sono stati incassati oltre 4,1 miliardi. Un risultato, quest’ultimo, che “è andato oltre le previsioni, quantificate in circa 3,8 miliardi di maggiori entrate, grazie alla certosina attività di controllo”. Sono entrate che, per la direttrice dell’Agenzia, possono definirsi in parte “strutturali”, poiché comportano un significativo allargamento della base imponibile per gli anni futuri, oltre che un patrimonio informativo classificato con una specifica applicazione che è destinato ad affinare e condizionare in positivo le ulteriori e future azioni di deterrenza. Infine, circa 500 milioni provengono da versamenti spontanei da compliance.
L’Agenzia delle Entrate ha inoltre elaborato un elenco di soggetti italiani coinvolti nell’inchiesta Panama Papers, secondo il quale sarebbero 750 gli Italiani che con la costituzione di entità offshore hanno presumibilmente nascosto al Fisco italiano “rilevanti attività di natura finanziaria, detenute in altri Paesi non collaborativi, e di natura patrimoniale”.
L’audizione è stata anche l’occasione per parlare di compliance. Quest’anno l’Agenzia delle Entrate dedicherà attenzione “all’attuazione della strategia di gestione della compliance per migliorare i risultati ottenuti in termini di gettito, attraverso l’aumento dell’adempimento spontaneo da parte dei contribuenti e la riduzione dell’invasività dei controlli nei confronti di soggetti a basso rischio”. Uno degli obiettivi strategici è “l’elaborazione di nuovi indici sintetici di affidabilità fiscale finalizzati a favorire una maggiore compliance dichiarativa delle PMI e dei professionisti, in sostituzione degli attuali studi di settore, per gli esercenti attività di impresa e di lavoro autonomo”.
La direttrice delle Entrate ha anche detto che “occorre una revisione del sistema del catasto” perché quello attuale non è più capace di cogliere le differenze di valore e “c’è un problema di equità”.
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