Studi di settore, una semplificazione all’italiana
Spettabile Redazione,
sono ormai mesi che leggo in giro come, secondo l’Agenzia delle Entrate, gli studi di settore siano stati semplificati, eliminando molti dati extracontabili. Siamo in Italia e, come al solito, questa cosiddetta semplificazione non solo è meramente apparente, ma nasconde in realtà il concetto contrario.
Prendiamo lo Studio YG37U (bar). Intanto, c’è un continuo battage pubblicitario che ci ricorda come questo sia l’ultimo anno di applicazione degli studi, perché dall’anno prossimo ci daranno i voti di affidabilità.
Però lo studio YG37U, fresco fresco di approvazione, ha un corposo quadro Z che, come ben sappiamo, serve a raccogliere i dati per l’evoluzione dello studio.
Perché dovrebbe evolversi lo studio, se andrà in soffitta, come tutti ci dicono?
E ancora. Dal quadro D è scomparsa la richiesta dei kg di caffè consumati nell’anno, che ci chiedevano insieme agli acquisti, in euro, di vino e di birra. Guardando la bozza ci fregavamo tutti le mani: ma allora la semplificazione c’è davvero!
No, signori: la richiesta dei kg di caffè è ora rinvenibile nel quadro Z. Peccato che sia in compagnia della novella richiesta degli acquisti di alcolici – NON vino, NON birra – in euro. Cioè, uno che avesse eventualmente tenuto il conto durante l’anno degli acquisti di vino e birra, ora dovrà riprendere in mano tutte le fatture per sommare gli acquisti di alcolici generici, non-vino, non-birra. A posteriori.
E questa, signori miei, è la vera semplificazione all’italiana.
Lorena Montaldo
Imperia
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